Nulla mi toglie dalla mente la ferma convinzione che nel corso del loro percorso musicale i
Thy Majestie avrebbero meritato maggior considerazione.
Sicuramente non hanno giovato loro qualche vicissitudine di troppo a livello di line-up e (probabile conseguenza) le lunghe attese tra un disco e l'altro; tuttavia ogni qual volta è ora di dar vita ad un nuovo album, ecco che i Thy Majestie spazzano via qualunque perplessità, mantenendo un invidiabile livello qualitativo,
prassi cui non sfugge nemmeno il loro ultimo lavoro: "ShiHuangDi"
Al quinto appuntamento sulla lunga distanza, la formazione siciliana si ripresenta con un nuovo cantante: Alessio Taormina, fattosi apprezzare recentemente in occasione dell'esordio dei conterranei CrimsonWind, che ha raccolto senza alcun problema l'eredità di chi lo aveva preceduto.
E rimanendo in tema di
precedenti, "ShiHuangDi" sembra trovare maggiori accostamenti a "Jeanne D'Arc" piuttosto che al più recente "Dawn", con i Thy Majestie che puntano decisi sull'epicità, anche perché non rinunciano ad uno dei loro
marchi di fabbrica: il concept storico. Infatti, stavolta il soggetto delle loro canzoni è l'Imperatore ShiHUangDi, che a suo tempo era riuscito ad unificare la Cina (221 a.C.), per quanto oggi sia maggiormente conosciuto per aver fatto realizzare sia la Grande Muraglia Cinese sia quell'Armata di Terracotta che ne ha custodito la tomba sino alla loro scoperta nel 1974.
Oltre alla cura nell'affrontare le diverse vicende storiche, ritroviamo anche quella posta nel songwriting e nell'esecuzione dei vari brani che fanno parte del disco, a partire dalla prova del già citato vocalist, che però incontriamo solo nella seconda canzone (la prima è un'introduzione strumentale) ed al quale su "End of the Days" si affianca lo special guest Fabio Lione.
Che sia il momento dello Speed (pur con influenze celtiche) Metal di "Siblings of Tan", oppure "Under the Same Sky" (che con un marcato tocco
progressive scorrazza a metà strada tra Rhapsody e Falconer), o dei chiaroscuri di una "Farewell" dalle eleganti parti corali, i Thy Majestie non cedono di un passo in questa
Cruenta Pugna che le metal bands devono affrontare, dando prova di forza e personalità.
Well, it's a dirty job but someone's gotta do it
And it's a dirty review but someone's gotta write it ...
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