E' un periodo che la storica ma ahimè decadente Massacre non ne azzecca una: sarà perchè in generale siamo in un momento di ferma, o sarà perchè altrove ci sono più soldi per mettere sotto contratto le band più valide, ma ultimamente le proposte della label teutonica lasciano assai sconcertati.

La cosa peggiore è che non sono gruppi pessimi che partoriscono album orripilanti, ma siamo quasi costantemente di fronte ad una mediocrità che non lascia niente, nemmeno lo schifo, che passa liscia come l'olio durante la durata del disco in questione e alla fine ti fa dire "ma cosa ho ascoltato?".
Purtroppo al termine di "Zero One" il nostro sguardo era vivo, interessato e curioso come quello del figlio di Bossi quando deve fare una somma aritmetica.

La cosa è ancora più grave quando si è di fronte a proposte in territori death metal, in questo caso "modern thrash metal", un termine che solitamente vuol dire tutto e non vuol dire nulla ma che per una volta calza a pennello: le ambientazioni, il modo di definirsi, i testi, la copertina ed anche il sound, è tutto così terribilmente moderno ed urbano, ma in chiave più classica thrash europea che in quella machineheadiana a stellestrisce.

A parte RARISSIMI e sottolineo il rarissimi episodi come "New Era", che è l'unico episodio che fa sobbalzare dalla sedia e che ci ha ricordato i migliori Misery Loves Co. e Kill II This (ecco, così vi abbiamo anche fatto capire come suonano questi signori), il resto scorre via in maniera formalmente perfetta ma emozionalmente nulla: tutto è seguito alla lettera nel manuale del perfetto disco modern thrash metal, ma la band non esce dal proprio compitino, ben fatto ed eseguito, ma incapace di metter su un songwriting convincente.

Certo, siamo di fronte ad un debutto quindi tempo e margine di miglioramento sono dalla loro parte, ma la sensazione è che la storia dei Dreadlink non sarà poi così longeva.