Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2012
Durata:38 min.
Etichetta:Scarlet Records

Tracklist

  1. WOLFMAN
  2. OUT OF PROJECT
  3. FIRST FATHER
  4. UNREAL
  5. AROUND THE WORLD
  6. TOO FIGHTERS
  7. BIETTO (JIMI HENDRIX NEVER DIES)
  8. THE FALL
  9. MY STUPID REVENGE
  10. LAST SONG

Line up

  • Bruno Logan: vocals
  • Mike Gelato: guitars
  • Marcello l'Infame: guitars
  • Jag: bass
  • Francesco: drums

Voto medio utenti

Signore e signori, sono tornati gli anni '90. In particolare è tornato il rock alternativo, quello degli Alice in Chains, dei Foo Fighters e più recentemente quello contaminato dal metal dei Queens of The Stone Age. E' tornato, prepotentemente, e ha preso le sembianze dei Deceit.

Deceit che nascono appunto come gruppo cover delle band sopracitate, riscuotendo un più che discreto successo soprattutto nel nord Italia, dove il loro nome viene ben presto conosciuto e riconosciuto da un sempre più vasto pubblico di appassionati.
Arriva quindi il momento per i 5 giovani di iniziare a camminare sulle proprie gambe e grazie all'aiuto della Scarlet Records riescono a produrre questo primo LP, "Nine".
Disco che pesca esattamente dal retaggio della band, che presenta coordinate riconducibili ai Foo Fighters (impossibile non trovare una citazione nel titolo della canzone "Too Fighters") ma in particolare ai Queens of The Stone Age, aggiungendo al tutto una bella manciata di sano hardcore californiano, soprattutto nel cantato di Billy Logan, che dona al tutto una veste totalmente nuova e decisamente interessante e coinvolgente.
I 38 minuti del disco scorrono quindi piacevolmente, anche grazie alla saggia breve durata, e fanno scapocciare in ben più di un'occasione. Non mancano inoltre momenti più riflessivi, come "First Father", scelta tra l'altro come singolo apripista e della quale è stato realizzato un video visibile in calce.

Insomma in conclusione un esordio più che buono per i Deceit, che con il loro "Nine" portano una bella boccata di aria fresca e frizzantina in questo autunno grigio e cupo, con la loro intrigante mistura musicale. Il futuro per gente così non può essere che radioso e personalmente non posso far altro che augurarglielo. Keep it up!

Quoth the Raven, Nevermore..

Recensione a cura di Andrea Gandy Perlini

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 19 ott 2012 alle 17:45

ho avuto modo di ascoltarlo proprio ieri,mi ha fatto una buonissima impressione...album molto vario che tocca molti "sottogeneri" del rock alternativo,non tutto è da applausi ma bravi!! ps. l'ho ascoltato ignorando che fossero italiani e non me ne sono accorto!...questo è decisamente un pregio ^^

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