Oh mio dio, no. Ho guardato le foto, ho letto un po’ in giro e mi sono pentito: ma perché ho preso questo disco da recensire? Sarà un album pop, sarà roba per quindicenni, sarà una schifezza senza eguali. Cosa scriverò, come li distruggerò? Come osano porsi al mio cospetto questi asini con la faccia da babbei?
Eppure, c’è del buono. Attenzione, eh, perché si tratta comunque di un pop-punk molto, molto, molto ma davvero molto commerciale. Tuttavia, lo scorrere dei pezzi regala una qualità e una varietà inaspettate, con canzoni che ripercorrono e toccano tutte le sfaccettature di un genere che probabilmente non ha più molto da offrire, ma che grazie a band come queste riesce comunque a fornire una discreta ed onorevole prova di maturità. Ci sono richiami a Green Day, Blink 182, Offspring, come era lecito immaginarsi, ma anche a realtà decisamente più interessanti come NOFX e Bad Religion. Il tutto, però, esce dalla canonicità del punk e si mischia con il pop rock da classifica, riuscendo a non sputtanare tutto quanto ma a conferirgli uno status di punk “colto” che quasi quasi mi ha conquistato.
Non aspettatevi il disco del millennio, non aspettatevi nemmeno di annoiarvi, ma se cercate qualcosa di estremamente easy da mettere in sottofondo, provate a dare un occhio da queste parti.
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