Anonymous premium anti-Black Metal from France releases its first album “1994”.Questo lo scarno comunicato arrivato in redazione insieme con il promo dell'esordio discografico dei
Glaciation, misteriosa band transalpina, spuntata dal nulla, che esordisce con una dichiarazione d'amore verso il suono codificato in Norvegia nei primi anni '90.
Ma andiamo con ordine.
Indagando in giro per il web ho scoperto che dietro il progetto c'è la mente di
Jean-Emmanuel "Valnoir" Simoulin, fondatore del marchio di design
Metastazis sotto il quale, tra le altre cose, sono stati realizzati diversi artwork per gruppi black metal e non solo (Alcest, Peste Noir, Blut Aus Nord,Paradise Lost, Morbid Angel tra gli altri) oltre ad una seria di progetti abbastanza scioccanti che coinvolgono il sangue e la carne.
Valnoir, secondo le dichiarazioni che potete leggere
Qui, ha dato vita a questo progetto per testimoniare il suo amore verso il black metal del quale parlavo all'inizio e che oggi, in quello che leggiamo nella "biografia" del gruppo, è diventato ridicolo.
Ovviamente Valnoir si è occupato anche della parte grafica del progetto facendosi letteralmente
cucire sulla pelle una toppa che portava su un giubotto all'epoca dell'esplosione del fenomeno reso celebre da Burzum e compagni.
Al di là di questa immagine molto forte, della quale era giusto parlarvi per inquadrare il personaggio, qui coadiuvato da altri non identificati musicisti dell' "elite" francese, quello che conta è la musica, e su
"1994" di musica ne abbiamo di altissima qualità.
I brani sono solo due per oltre mezz'ora di puro, glaciale black metal.
La title track è un continuo, lunghissimo, alternarsi di feroci blast beat, chitarre fredde come il vento d'inverno, scream disperato, e momenti atmosferici in cui arpeggi di chitarra, tastiere evocative e cori nordici o operistici danno vita a partiture emozionanti e da brividi lungo la schiena. Il tutto avviene all'insegna di una atmosfera epica, malinconica, arrogante come se i migliori
Ulver si fossero fusi con i
Taake più evocativi in un maelstrom di emozione antica e ormai dimenticata.
Il secondo brano
"Eus (Notre rechute)" è invece una dolcissima divagazione nel puro folk dove gli arpeggi sognanti e le vocals sussurate descrivono un mondo fatato, distante, sempre ghiacciato, che sarebbe stato benissimo in
"Kveldssanger", indimeticabile capolavoro acustico dei già citati Ulver.
"1994", come ricordato all'inizio, è una semplice dichiarazione di amore, è quello che doveva restare il black metal, è nostalgia, è amarezza, è emozione.
Non cercate innovazione oppure originalità perchè non ne troverete.
Qui sentirete solo il nord, il gelo, la nebbia, la purezza.
Fascino puro.
http://www.metastazis.com/
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