Quanta poca fortuna per i romani
Enemynside, nati come
Scapegoat, che tra line-up ballerine, cambi di etichetta e sfighe varie alla fine in quasi 20 anni di carriera sono riusciti a pubblicare solamente tre full length.
Ricordo perfettamente il giorno in cui mi arrivò la cassettina del demo "
From the Cradle to the Way" che mi fulminò sulla via di Damasco e da quel giorno non ho più smesso di seguire le loro sorti, specie grazie a dischi come il secondo "
In the Middle of Nowhere", pubblicato tre anni fa da
New Model Label, che tuttora trova ampio spazi tra i miei ascolti meno sporadici.
Come un lampo a ciel sereno mi piomba sulla scrivania questo nuovo "
Whatever Comes", con una formazione nuovamente rivoluzionata, ed un cambio d'etichetta diciamo prestigioso, come quello della
Mighty Music, che oggi magari è un po' in ribasso ma che una quindicina di anni fa ha pubblicato roba mica da ridere come
Iniquity,
Panzerchrist,
Taetre ed il fenomenale "
Dying" dei germanici
Anasarca che a mio avviso è uno dei dischi di death metal più belli che siano mai usciti.
Devo ammettere che sulle prime pensavo che la Mighty Music si fosse sbagliata ed avesse inserito un cd sbagliato nella custodia del mio promo, invece no, sono proprio loro, solo che c'è stata una bella sterzata di genere per gli Enemynside, che sono passati da un Bay Area style thrash metal, venato di quella melodia dello US power metal, ad un thrash di stampo nordeuropeo, molto rotondo, con moltissimo groove, con tempi cadenzati che fanno della presa e dell'impatto il punto di forza principale, cercando di catturare l'ascoltatore trascinandolo inconsciamente in un moderato e casalingo headbanging, cosa che puntualmente è avvenuta, grazie al "tiro" elevato dei brani che sembrano appositamente studiati per fare sfracelli in sede live.
Il gusto melodico dei nostri è rimasto invariato ma si applica su altre coordinate, meno feroci, meno classiche in senso stretto, meno thrash anzi a volte è una definizione che non calza più per niente, ad esempio in "
The Cure" che, seppure in chiave più pesante, sembra un brano estratto dalla discografia di Nickelback o Daughtry, anche grazie alla sempre bellissima voce di
Francesco Cremisini che "
sa esse piuma e sa esse fero" e oggi è stata piuma.
L'iniziale "
Withering" è invece maggiormente "
fero", fino al chorus perlomeno, ed arrabbiata e dimostra sin dall'inizio che i tempi tenuti dai nostri sono differenti da quanto fatto in passato: interessante e curiosa la successiva "
Rise Up" che dopo un iniziale disorientamento alla fine risulta una delle composizioni più riuscite di "
Whatever Comes", che in ogni caso non presenta cedimenti improvvisi.
Da segnalare la presenza del virtuoso
Riche Kotzen sul brano "
Too Many Times" e la produzione in linea con questa svolta che conferisce un bel sound al nuovo corso degli
Enemynside: un nuovo corso indubbiamente fatto con stile e professionalità, come sempre accaduto nella carriera della band capitolina costantemente alla ricerca di una serietà e professionalità mai decadute, ma certo il cambio stilistico è molto più netto di quanto credessi.
E' bene avvertire il "vecchio" ascoltatore degli Enemynside perchè il nuovo corso è molto distante dal vecchio e si corre il rischio di rimanere decisamente spiazzati al primo ascolto. Un rischio che personalmente correrei.