Band romana nata nel 2007, i
Fenisia sono partiti da un sound con agganci al rock sudista per evolversi poi in una direzione diversa. Lo dimostra il loro album “Lucifer”, che loro stessi definiscono lavoro di “metal illuminista”. Al di là delle curiose etichettature, lo stile del quartetto si è avvicinato ad un metal melodico di stampo americaneggiante con richiami all’hard rock più classico. Questa pare la lettura più pertinente, visto che il singolo “Damnation’s ballad”, realizzato tra New York e Roma, ha trovato buon riscontro in molte radio rock nazionali.
Riff metallici, cadenze mid-tempo, pulizia di suoni e grande attenzione all’aspetto vocale, rendono il disco piacevole per chi apprezza l’heavy orecchiabile ma non mieloso, anzi dotato di una certa ruvidità di fondo. Lo si nota in brani come “Babylon’s garden”, “Venus” e l’incisiva “Man in the dust”, sicuramente i migliori del lotto. Infatti gli aspetti catchy vengono equilibrati da un’inclinazione hard’n’heavy sempre di buon gusto, sul genere di Ufo, ultimi Whitesnake, oppure i nostrani F.e.a.s.t.
Bravi anche tecnicamente, i Fenisia mostrano ancora qualche limite quando si cimentano in episodi pienamente romantici, vedi le ballate “Paradise lost” e “The seal” piuttosto deboli, e difettano logicamente di una personalità pienamente formata ed autonoma. Però i romani sono già al lavoro per un nuovo capitolo, con produzione italo-americana, quindi avremo presto occasione di valutare i loro progressi.
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