Copertina 7

Info

Anno di uscita:2012
Durata:44 min.
Etichetta:I, Voidhanger Records

Tracklist

  1. MACHINES
  2. HEMOGLOBIN
  3. WAKING THE DEAD
  4. THE EMPEROR WEARS NO CLOTHES
  5. TRIAL BY FIRE
  6. THE GOOD SHEPHERD
  7. MYTHS OF CREATION
  8. WISDOM'S CALL
  9. DARK FROZEN MUD
  10. AND THE TRUTH SHALL MAKE YOU FREE
  11. RETURN TO THE EVE (CELTIC FROST COVER)
  12. HEAVEN ON THEIR MINDS (JESUS CHRIST SUPERSTAR OST COVER)

Line up

  • Heber W. Hammer - guitars
  • Anton Reisenegger - vocals
  • Álvaro Garcia - drums
  • Francisco Martín - bass

Voto medio utenti

Dopo quasi più di 15 anni dall'uscita di "Frozen souls", album a cui io personalmente sono molto legato, ecco all'improvviso spuntare di nuovo gli Inner Sanctvm. Risorti per mano del fondatore-chitarrista Heber W. Hammer, e con una formazione di tutto rispetto, la band volutamente ignora i 15 anni di fermo e sforna un disco dai toni decisamente retrò. La palese venerazione mostrata dai membri della band per i Celtic Frost si riflette in quasi tutto il disco, eppure ciò non va ad inficiare nè a rendere anonimo il disco. Anzi. La forte matrice trash dell'album non viene appesantita da tecnicismi esasperati o da accelerazioni allucinanti, mantenendo sempre le atmosfere plumbee e le sonorità pesanti e massicce. Ogni componente della band proviene da diversi progetti, e il loro apporto e approccio diverso ai pezzi li rende davvero interessanti. Il riff iniziale di "Machines" è una bordata grezza e concreta che fa subito comprendere in che direzione si muove il disco. In "The emperor wears no clothes" il palese richiamo finale allo stile compositivo di Schuldiner, è quasi un piccolo tributo doveroso. Nel brano "Myths of creation" c'è un perfetto equilibrio tra tutti gli strumenti e la voce di Anton Reisenegger suona dannatamente simile a quella di Tom Warrior. La cover di "Return to the eve" dei Celtic Frost segna la degna conclusione del disco, insieme alla inusuale "Heaven on their minds" tratta dalla colonna sonora di Jesus Christ Superstar (e interpretata nel musical dal personaggio di Giuda, guarda un pò che coincidenza). Voglio essere chiaro, la band non ha accusato minimamente i 15 anni che sono passati dalla loro ultima release, e pestano con la consapevolezza di non dover dimostrare niente a nessuno, se non a loro stessi e alla musica in cui credono. Per carità, in questo disco non troverete nulla di nuovo o di miracoloso, ma ascoltarlo mi ha fatto ritrovare quella sana e vecchia genuinità, cupa e funerea del vecchio death di fine anni 80. Rispetto signori, rispetto per chi ancora crede nella propria musica e non sforna cagatine ogni 3 e 4 solo per mettersi in tasca qualche pesos.
Recensione a cura di R.Tarallo

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