Sul nuovo album dei Crest Of Darkness c'è davvero poco da dire: Ingar Amlien ha sempre avuto in mente un certo modo "progressivo" di intendere la musica, e questa visione ricade in qualche maniera anche su "Evil Knows Evil". Non aspettatevi quindi un canonico album di black metal a metà tra Darkthrone e Burzum, bensì un lavoro che con il black (sia old che new style ha pochissimo da spartire). I continui cambi di tempo e l'esasperata ricerca del riff ad effetto fanno perdere in più punti il filo logico delle tracce, poco ispirate nonostante la grande ambizione di creare un viaggio nel "Pure Extreme Metal". Il black non è questo, e una mancanza a livello concettuale unita ad una mancanza a livello compositivo, hanno contribuito al flop. Probabilmente non basta dichiararsi satanisti e seguaci di Anton LaVey per scrivere un buon album di tradizione norvegese, e la dimostrazione lampante ci è fornita anche dai testi intrisi di un anti-cristianesimo da scuola elementare, se mi passate il termine. L'inserimento nella line-up di un nuovo batterista già conosciuto nella scena non migliora più di tanto le cose e, data la somiglianza almeno nella pretenziosità dei due lavori, vale anche in questo caso lo stesso giudizio già dato all'ultimo album dei Ragnarok: non è detto che esagerando si vada sicuramente a migliorare il risultato finale.
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