Avevo perso i contatti con i francesi
Haemoth nel 2005, anno di uscita del loro ultimo lavoro, l'EP
"Kontamination".
Poi le tenebre avevano avvolto il malefico duo.
E proprio dalle tenebre, inaspettati, i francesi tornano con
"In Nomine Odium", un titolo che, da subito, mette in chiaro le intenzioni dei nostri: black metal violentissimo, freddo, malvagio, sdegnoso e carico di odio.
Un odio puro, sincero, espresso attraverso sette brani che sono sette pugnalate, sette inni di assoluto nero.
Nella musica degli
Haemoth no c'è un barlume di speranza, tutto è avvolto in un impenetrabile manto di oscurità reso opprimente dal suono glaciale, e moderno, delle chitarre e da una batteria che, gelida, detta ritmi impossibili alle melodie di morte cantante dallo scream selvaggio del leader Haemoth.
"In Nomine Odium" è un album di puro black metal.
Ne più ne meno.
Qui non ci sono orpelli, abbellimenti o soluzioni stravaganti.
Solo odio, ghiaccio e tanta attitudine.
E se si suona un genere come questo, molto più della tecnica, delle melodie o degli arrangiamenti, in ogni caso di assoluto rilievo, quello che conta è proprio l'attitudine, la reale convinzione in quello che si fa e l'atmosfera che si riesce ad evocare.
Gli
Haemoth hanno tutto quello che serve e sanno fare male, sia attraverso la velocità esasperata,
"Slaying the Blind", sia attraverso gli inquietanti momenti più ragionati,
"...and Then Came the Decease", che, insieme, creano un magma sonoro brutale e fiero della sua sprezzante forza iconoclasta.
Ecco perchè il loro black metal, per quanto derivato dalla scuola più oltranzista, sia svedese che norvegese, è convincente, dannato, sulfureo.
Non aspettatevi, comunque, niente di nuovo o di particolarmente originale.
"In Nomine Odium" è semplicemente un manifesto.
Un manifesto di odio.
Se, come me, amate questa forma estrema di musica, fate vostra questa perla nera.
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