I see dead people. Beh... se il sensibile Cole Sear aveva il
dono - o la
maledizione che fosse - di vedere le persone morte, ogni tanto un misero recensore ha la
benedizione di poter incrociare qualche bella sorpresa in campo Metal.
Questo è sicuramente il caso degli
Hell Theater, i quali, sebbene possa sembrare che si siano fatti le ossa (spero non quelle dell'asta microfono di King Diamond) sia sulle canzoni dei Mercyful Fate sia su quelle del repertorio solista del loro carismatico cantante, si segnalano come una delle più interessanti ed entusiasmanti novità sulla scena Metal nazionale.
"Reincarnation of Evil" è il loro album d'esordio, e le prime cose che si possono apprezzare sono il curatissimo digipack e la completezza del suo booklet, sopratutto grazie alla presenza dei testi nella doppia versione
inglese / italiano, che ci permettono di seguire al meglio quello che si rivela un concept horror ispirato dal film "Halloween" di John Carpenter, realizzato dallo stesso cantante Victor Solinas, il quale nel suo approccio vocale, ma anche nel look, non può certo nascondere una manifesta dipendenza nei confronti di King Diamond.
Nel corso dell'album le canzoni si snodano articolate e composite mostrando le diverse anime di questa formazione trevigiana, quelle più vicine al Metal classico ("The Time Has Come") ed altre al Power Metal teutonico o affini allo Speed & Thrash ("The Room of a Million Voices", "Walking Through the Flames of Hell"), in un
maelstrom teatrale e horrorifico, dove l'influenza del
Fato Misericordioso resta pur sempre evidente, tuttavia, pur pagando dazio ad un pizzico di ingenuità ma forti del fatto che si tratta di sentieri che non sono stati battuti da molti altri epigoni, gli Hell Theater si mostrano indubbiamente in grado di dire la loro.
Con forza.
Con passione.
Con ...sigliati.
Well, it's a dirty job but someone's gotta do it
And it's a dirty review but someone's gotta write it ...
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