Formazione triestina, attiva dal 2003 ma che solo di recente ha trovato una solidità di line-up, i
Soundrise si autoproducono l’album d’esordio, che raccoglie materiale composto nell’arco di oltre cinque anni. Questo significa che le canzoni mostrano indirizzi stilistici leggermente diversi, anche se in generale possono rientrare nell’area del prog-metal melodico.
Una sottile influenza, specie in certe linee vocali, pare quella dei Faith No More, vedi le iniziali “Time is Mine” e “Higher Ground”, ma la corrente principale è quella più classica e tecnica dei Dream Theatre, con l’aggiunta di atmosfere ad ampio respiro che portano fino ad un sofisticato Aor radiofonico. La prestazione strumentale è buona, così la produzione, mentre le liriche riguardano esperienze personali legate in qualche modo al concetto del “tempo”.
Forse la direzione molto romantica del sound toglie un po’di mordente al disco col passare dei minuti, ma bisogna tenere conto del fatto che si tratta di lavoro riassuntivo di un lungo periodo di evoluzione della band. Raggiunta una stabilità, i Soundrise hanno ora occasione di perfezionare la loro proposta per realizzare qualcosa di più coeso ed unitario. Li attendiamo con fiducia a nuove prove.
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