Un’altra nuova realtà italiana inizia a fari i primi grandi passi su strade importanti, i
Simple Lies provenienti da Bologna arrivati adesso al loro primo album dal titolo
No Time To Waste.
I nostri tenendo fede al loro monicker cominciano con un’intro strumentale dal titolo ispirato a versi danteschi con la quale sembrano accompagnarci verso sonorità power con richiami sinfonici ma non è così, in fondo se si chiamano Simple Lies ci sarà un motivo, giusto? Così sul finale delle sirene ci destano da questa illusione accompagnandoci a
“Want You To Know” dove rivelano il loro vero volto che volge lo sguardo verso vibrazioni alternative tra metal e rock.
Pezzi forse dalle strutture non troppo elaborate ma al contempo piuttosto decisi, ispirati a loro dire dalle opere di Black Label Society passando per i Lynyrd Skynyrd fino ad arrivare ai Nickelback mantenendo un buon livello di originalità… beh forse tanto vicini ai Nickelback fortunatamente non ci sono arrivati, per il resto questa volta sono stati abbastanza sinceri.
Colpisce subito la forza con cui il loro sound si impone grazie soprattutto al lavoro delle chitarre sempre cariche e in gran parte appesantite da un tocco heavy soprattutto sul finale dei brani trovando massima espressione nei solos senza discostarsi troppo dalla loro anima alternativa. Su tutte per questi aspetti
“How Does It Feel” e “
AppreciHated”. La prestazione vocale di Rubb-O appare sempre in linea con quanto vogliono trasmettere e anche la ritmica mostra prospettive interessanti. Per quanto riguarda aperture tipicamente classic rock basta passare per
“Cowboy Jimmy” e
“Like An Angel” entrambe buone ma testimoni del fatto che c’è ancora qualcosa da migliorare.
Finale rischioso con
“Novel of Sorrow” divisa in tre atti non del tutto coesi tra di loro dal punto di vista musicale soprattutto per la presenza di
“Deadly Lullaby”, secondo e ultimo brano strumentale dell’album questa volta realizzato con suoni che montano una credo superflua ambientazione atmosferica; risultato finale nel complesso accettabile.
L’impatto è ottimo, poi dopo qualche ascolto qualcosa sfuma un po’ ma di stoffa sembrano averne abbastanza. A parte qualche inciampo e degli azzardi, che possono inflazionare l’album ma che credo comunque abbiano fatto a correre, sono già sulla diritta via.
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