Copertina 7

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2012
Durata:41 min.
Etichetta:Temple Of Torturous

Tracklist

  1. HEL I
  2. HEL II
  3. HEL III
  4. HEL IV
  5. HEL V
  6. HEL VI

Line up

  • Afthenktos: vocals
  • Climaxia: guitars & bass
  • Thorns: drums

Voto medio utenti

Terzo disco per i Melencolia Estatica, band friulana che ruota intorno alla figura di Climaxia (alias Melencolia), una donna dalle notevoli capacità musicali/compositive come dimostra il presente “Hel”.
Inizialmente la presentazione del progetto come black metal/ambient mi aveva indotto in errore circa la proposta musicale della band, la quale, a dispetto delle dichiarazioni, si inserisce maggiormente in un filone depressive del black metal, sebbene contaminato da orchestrazioni e parti industriali.
Le composizioni, tutte omonime del titolo del disco, sono variegate e strutturate, e, più che l’originalità, puntano sul feeling.
Un feeling che, nelle intenzioni della band, vorrebbe esser disumano e disumanizzante, ispirandosi, già dalla copertina, a quel gran capolavoro che è “Metropolis” di Fritz Lang.
La civiltà industriale vista come un grigio incubo di schiavitù, dove il materialismo ha la meglio sullo spirito, definito come un “numero da dimenticare”.
Sulla base di queste premesse di dipanano le sei tracce di “Hel”.
Fermo restando la bontà della musica (il finale della prima traccia, con le sovrapposizioni di voci e le atmosfere liquide è impagabile), non trovo molto attinenza tra questa e il concept che si vorrebbe rappresentare. Mi sarei aspettato qualcosa di più marziale, a rappresentare il ticchettio ossessivo dell’orologio della modernità, oppure di più rarefatto e atmosferico, a rappresentare la desolazione e l’alienazione del lavoratore nei mostri d’acciaio che sono le fabbriche industriali.
Invece la musica ha atmosfere glaciali, nordiche, molto dovendo ai capisaldi del genere, Emperor su tutti. Sfuriate di black metal si alternano a parti più placide (forse il termine ambient si riferisce proprio a questo), il tutto nell’ottica di creare tensione e aspettativa nell’ascoltatore.
Il giudizio sui Melancolia Estatica e su questo “Hel” è sicuramente positivo, ma bisogna registrare l’incapacità della band di tenere fede alle proprie intenzioni e creare, partendo dal concept, qualcosa di veramente personale ed eccitante, spingendo sull’acceleratore della commistione e della contaminazione tra generi, la quale cosa, nel black metal odierno, va per la maggiore.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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