Il terzo album dei finlandesi
Hanging Garden è come una matriosca: la più grande, quella che si vede subito, è il gothic doom, le melodie malinconiche di colui che cammina in boschi innevati, circondato dal silenzio ed illuminato da un sole opaco e freddo. I richiami sono a My Dying Bride, Katatonia e primi Anathema. La seconda matriosca, quella che esce subito fuori, è il death scandinavo con le sue costruzioni tecniche e d'impatto. Ma nascosta c'è una terza bambolina ed è quella che dà un senso diverso al tutto: si chiama
Hegira, guarda caso terzo brano di
At Every Door, ma potrebbe anche chiamarsi Cult of Luna. Allora i gelidi paesaggi diventano interiori, la voce viene filtrata, intervengono struggenti e gelide tastiere, riffs acustici e lo stile post moderno rende ancora più pregnante il gotic doom. Chiudete gli occhi e perdetevi nella vostra anima.
Wormwood è noise mixato al post rock, che ci rivela la più piccola e nascosta delle bamboline: i Neurosis. La title track è uno strumentale di una bellezza pura e incontaminata.
The Cure torna alla prima matriosca. Meravigliose melodie, atmosfere isolazioniste, un approccio emozionale. Gli Hanging Garden sono stati definiti come i Cult Of Luna che coverizzano gli Swallow The Sun e mi sembra perfetto. Un gioiello, che brilla ancor di più in un periodo, che ormai dura da parecchio, di grigiore per il gothic metal.
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