Gli S.O.S. sono un quartetto della capitale, veterani di lungo corso che hanno scelto l'impervia strada del pop-rock cantato in Italiano.
Diciamo subito che a differenza di tante altre formazioni simili, i Romani non speculano sul sentimentalismo di bassa lega a base di languide ballate zuccherose o di deprimenti intimismi malinconici, giocando invece le proprie carte sul loro lato marcatamente rock.
Il breve e roccioso ingresso chitarristico di "L'inferno è qui", in odor di southern, conferma che il gruppo conosce bene l'hard Americano degli anni '80, perlomeno la sua forma più pulita, melodica e levigata, con un occhio puntato sui riffs graffianti e l'altro sui ritornelli orecchiabili e buoni per un pubblico di ogni età.
L'album si sviluppa quindi in maniera piuttosto allegra e godereccia, sospeso tra la voglia di esprimere un'energia festaiola molto semplice e leggera dal ritmo scanzonato e spigoli ben smussati, che prevede linee di facile consumo ed una manciata di assoli secchi e concisi ("Relazioni pericolose","Stringimi"), e qualche morbido lento che non nasconde l'ambizione di entrare a far parte del remunerativo mondo del rock commerciale ("Mandami via","Ascoltami nel cuore"). Talvolta la componente pop prende il sopravvento ed escono fuori brani goliardici da party-band all'acqua di rose ("Mi sono innamorato..","La nostra musica..") certamente pensati per gente affatto abituata alla musica dura.
Come episodi migliori indico la lunga "Sei", dove il gruppo si lancia in ampi solismi, e la dolce "Senza di te" che presenta un testo più maturo della media. Proprio quello delle liriche è l'aspetto del disco che mi ha meno convinto, tante storie di vita amorosa a livello adolescenziale e qualche micro-racconto personale che nella maggioranza dei casi mi sono sembrate stiracchiate ed estremamente deboli, sia per approfondimento degli argomenti che per scelta e ricerca di vocaboli.
Nell'insieme un album di totale disimpegno, una scelta che mi porta a giudicarlo inadatto al pubblico metal ma anche ai puristi rock, che lo troverebbero troppo pallido musicalmente e poeticamente, casomai consono a chi vede la musica come un passatempo di relativa importanza e cerca canzoni leggere e scacciapensieri.
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