Immaginate le luci calde di uno studio televisivo. Set. Riprese. Interno.
Johnny Carson al suo Tonight Show intervista
Eddie Van Halen. Il presentatore si rivolge a
Van Halen e gli chiede "What is it like to be the greatest guitarist on earth?".
Van Halen lo guarda serioso e risponde : "What is it like to be the greatest guitarist on earth? Go ask
Steve Lukather.". Quale biglietto da visita migliore, quindi?
Steve Lukather arriva alla release della sua ultima fatica in studio, cambiando un poco le carte in tavola, e la opener
Judgement Day lascia leggermente spiazzati rispetto al classico stile di
Luke. Con un guitar sound molto sfinato e più "scarnificato", il brano lascia molto respiro e spazio alla sezione ritmica e alle tastiere, per poi recuperare note nel solo di chitarra finale.
Creep Motel ha vaghe reminiscenze SlippedAway style, e un groove davvero catchy, ma in conferma di quanto detto sopra, il sound è davvero molto più d'impatto e semplificato rispetto a quello a cui
Luke ci aveva abituato nei
Toto. Nulla di preoccupante. Anzi. La successiva
Once Again ne è la prova concreta. Il lento incedere del piano si fonde alla perfezione coi fraseggi di chitarra, e la calda voce di
Lukather crea una magia..e credetemi se vi dico che la tonalità più roca e meno brillante del passato, è da brividi!
Right The Wrong è un'altra cascata di emozioni e coesione di strumenti, con un crescendo tutto da ascoltare, nota dopo nota. La stessa title track avrebbe bisogno di un ascolto obbligato, per essere giudicata a dovere. Un brano che per me merita una menzione speciale è
Do I Stand Alone, pregno di emozioni positive. Uno di quei brani che bisogna ascoltare in auto in un viaggio notturno, subito prima di arrivare alla meta. Un brano che ci conduce in un posto sicuro, dove c'è una persona speciale che ci attende, tendendoci la mano e sorridendoci. Ora però c'è anche da dire che questo album non piacerà a tutti. Per chi conosce il
Lukather in versione "Guitar Hero", tutto scale e groove, questo album lascerà abbastanza amaro in bocca. Scordatevi il megasound di chitarra con armadi di effetti e vagonate di ampli. Scordatevi la ricerca timbrica costante e maniacale.
Lukather ha fatto un passo indietro e suonato tutto alla vecchia maniera, come se avesse attaccato la sua Musicman direttamente all'ampli. Tutto tocco, tutta personalità. Perché in
Transition troverete un
Lukather emozionante ma che vuole rimanere "intimo", tessendo fraseggi e melodie come se volesse tirare le somme di tutto ciò che gli è accaduto fino ad oggi. Passaggio dopo passaggio, nota dopo nota. Per chi invece ha avuto modo come me di conoscerlo e di parlargli, ritroverà lo stesso
Luke che negli ultimi anni si è fermato a pensare..forse un poco malinconico, ma prima di tutto umano, e non una macchina macina note o una fottuta rockstar straviziata e che se la tira. Dicesi classe, signori. Dicesi sensibilità. Quella cosa che ancora fa emozionare. Quel qualcosa che ancora è merce rara.