Una delle uscite più stravaganti dell’anno appena conclusosi questa
Second Hand Wonderland dei
Kontrust, nonché quanto di meglio il 2012 ci ha offerto in ambito crossover. Molti di voi avranno sicuramente avuto il piacere di ascoltarlo, agli altri invece consiglio di non storcere troppo il naso inutilmente e di concedergli un ascolto perché il terzo album della band austriaca che vede al microfono Agata Jarosz è davvero un gran bel lavoro!
Si presentano senza prendersi forse molto sul serio come dimostra già la copertina e il titolo non poteva invece essere più fuorviante visto che di
seconda mano non v’è nulla anzi l’originalità mostrata rappresenta il loro punto di forza; si sente subito che l’ispirazione alla base di questi brani è genuina e non seguono particolari schemi dando piuttosto libero sfogo al loro lato artistico, del resto sono dei musicisti che si fanno il mazzo da oltre un decennio e giocano per certi versi sul sicuro anche se di sicuro non c’è mai nulla: o piace o non piace! Realizzano un album versatile, molto orecchiabile con dei motivi che entrano subito in mente, musicalmente valido sotto ogni punto di vista e con sonorità nel complesso non troppo dure (ma manco a dirlo non lo sentirete da nessuna parte! Broadcasters della malora…)
La contaminazione è molto ampia e i generi identificabili durante l’ascolto sono innumerevoli: si va da un pop-rock (questa volta ne sto parlando positivamente eh!) che si inasprisce dando spazio a riff semplici ma di peso con cui spesso aprono i brani fino a sfociare nel new metal quasi puro (
“U Say What” quello più vicino); una punta di elettronica, dei riflessi punk, un non so ché di esotico e, perché no, un paio di elementi folk forse alcuni un po’ troppo stereotipati ma perché dovuti alle intenzioni della band come in
“Rasputin” o nella terza bonus
“Bomba”. Non mancano passaggi in cui la frivolezza delle liriche riesce stranamente a sposarsi con brevi interpretazioni profonde , a volte dall’aroma dark.
“Sock ‘n’ Doll” introduce l’album senza però mostrarne a pieno le potenzialità, con
“Falling” cominciano a togliere il velo;
“Adrenalin” e
“Hocus Pocus” i brani venuti meglio …di poco, il livello va sempre ben oltre la mediocrità.
“Monkey Boy” è un vero spasso, ascoltatela e quando riuscerete a togliervela dalla testa mi fate un squillo!
Di superfluo mi pare ci sia soltanto il remix di
“Bad Betrayer” mentre l’altra bonus
“On the Run” dimostra che i nostri anche cimentandosi in acustico riescono a dire la loro anche se c’entra poco con il resto.
Come sempre non è una questione di generi quanto piuttosto di buona musica e di attitudine, e i Kontrust hanno colto nel segno! Davvero interessanti.
Complimenti alla Napalm Records per aver dato loro fiducia. … e grazie a Teone per la segnalazione!
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?