Gli Züül si ripresentano da queste parti con il loro secondo album, "To the Frontlines", replicando gli eccellenti risultati toccati in occasione del debut album, anzi, facendo anche di meglio.

Sono evidenti le evoluzioni nel songwriting e nella resa sonora, ed il disco è anche corredato da una copertina meno amatoriale, tuttavia tutto questo senza snaturare i connotati di quella band che avevo conosciuto ed iniziato ad apprezzare con il singolo "Howl of the Wolf", dal quale recuperano la B-Side "SkullSplitter", andando comunque a riregistrarla.

Certo i titoli dei vari brani non saranno il massimo dell'originalità, ma una canzone come la conclusiva "Waste of Time", con i suoi scatti e variazioni, i riusciti passaggi strumentali e l'ottima prova di Brett Batteau, non può che mettere tutti d'accordo: gli Züül hanno una marcia in più.
E non sono certo da meno brani più diretti come "In the Cellar" o "Smoldering Nights", che sanno unire ad un bel tiro quel piacevole tocco catchy, "Bounty Land" con quell'andi cavalcante che inevitabilmente rimanda agli Iron Maiden, e perchè no, pure la strumentale "Of the Fallen".

Oltre agli inevitabili accostamenti alle migliori (il guitarwork è smaccatamente maideniano) - ma anche alle più oscure - formazioni della N.W.O.B.H.M., delle quali hanno indubbiamente catturato l'essenza, nel corso dell'ascolto di "To the Frontlines" mi sono tornati in mente sia i danesi Witch Cross sia i primissimi Heavy Load.
Che ora andrò a riascoltare.

Well, it's a dirty job but someone's gotta do it
And it's a dirty review but someone's gotta write it ...