Storico nome della scena estrema polacca, gli
Hate tornano con quello che, escludendo compilations, ep, live e demo, è il loro ottavo lavoro, il primo pubblicato dalla Napalm Records il cui roster diventa sempre più prestigioso.
Nonostante una carriera ultraventennale, il gruppo è in giro dal 1990, gli
Hate non hanno perso un'oncia della loro furia distruttrice che si concretizza in un album di puro death metal "polacco", quindi in un suono brutale, assassino e sottilmente contaminato dal black metal come da tradizione del loro paese di provenienza.
Ancora una volta
Adam Buszko e soci danno prova della loro classe e perizia tecnica incidendo questo
"Solarflesh" che davvero non fa prigionieri, bilanciato com'è tra una primordiale furia iconoclasta ed uno squisito gusto melodico, soprattutto negli ottimi assolo di chitarra ma anche in certe atmosfere quasi dal sapore folk, elementi che si fondono insieme andando a descrivere passaggi di pura goduria estrema come sono
"Eternal Might",
"Timeless Kingdom", impreziosita da melodie da brivido, o l'oscura title track, veri simboli di violenza e blasfemia.
Quello che colpisce maggiormente di un album come questo è la facilità con la quale gli
Hate riescono a fare male sfruttando a pieno le loro caratteristiche migliori: ecco perchè gli intrecci ritmici, per nulla scontati o semplici, il cantato carico di odio del leader, le atmosfere blasfeme e malate si amalgamano all'unisono andando a sfociare in una rabbia davvero irrefrenabile.
Inutile sottolineare che ci troviamo in ambiti sonori già percorsi dai
Behemoth, soprattutto del periodo
"Demigod", o dalla scena brutal americana, ma va anche ribadito come i polacchi abbiano loro stessi contribuito a creare un suono ad oggi perfettamente riconoscibile e grazie al quale tutta la scena del loro paese è diventata celebre in tutto il mondo.
Probabilmente
"Solarflesh" non è il miglior album degli
Hate (procuratevi
"Anaclasis: A Haunting Gospel of Malice & Hatred" e ditemi), ma sfido chiunque a comporre un disco di questa qualità dopo tanti anni di una carriera che ha visto i nostri non sbagliare quasi mai nulla.
Imprescindibili per chi si professi amante del VERO death metal.