Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2004
Durata:57 min.
Etichetta:Massacre
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. WHERE NOTHING HURTS BUT SOLITUDE
  2. VENUS DAY
  3. LIGHT A CANDLE FOR ME
  4. CREATION
  5. SLEEP WITH THE DEVIL
  6. SHINE ON SAD ANGEL
  7. A ROOM WITHOUT VIEW
  8. THE CROSS
  9. VALIANT CHILD OF WAR

Line up

  • Timmy Holz: vocals, guitar
  • Sven Podgurski: guitar
  • Carsten Fisch: bass
  • Markus Schlaps: drums

Voto medio utenti

Il nome scelto non lascia spazio a molti dubbi, i tedeschi Doomshine sono gli ennesimi adepti della musica del destino.
Il quartetto si è formato in tempi relativamente recenti e dopo aver ottenuto numerosi consensi al Doom Shall Rise festival dello scorso anno, è giunto alla realizzazione di questo album d'esordio.
Si inseriscono con pieno merito in quel filone doom-melodico che vede ai suoi vertici formazioni come Candlemass, Solitude Aeternus o i più giovani ed eccellenti Abdullah.
Passo lento e maestoso, suoni limpidi ed atmosfera dark, vocals pulite e severe, i Doomshine non azzardano alcuna rivoluzione, restando ben allineati e coperti nei canoni tradizionali del genere. Il maggior contributo autonomo si coglie negli assoli fluenti, sempre incisivi e debitori ad un heavy maggiormente fisico e dinamico.
L'assenza di spunti particolarmente originali non esclude che l'album risulti di buona qualità. L'intensa forza drammatica ed il feeling oscuro di "Where nothing hurts but solitude" e della marmorea "Shine on sad angel", la potenza epica e lo spirito mistico della stupenda "The cross" e della suite centrale divisa in tre capitoli, che evocano abilmente inesorabili immagini gotiche e acute sensazioni di abbandono e disperazione, stabiliscono che il gruppo germanico possiede capacità notevoli ed ottima conoscenza della materia, facendo inoltre presumere ampi spazi di miglioramento.
I lati negativi sono quelli soliti del genere, alimentati forse anche dalla voglia di strafare di una band al debutto. Qualche barocchismo in eccesso, qualche brano tirato troppo per le lunghe, poca alternativa all'incedere slow con la tendenza ad appiattire le canzoni e ad uniformarle ad uno schema ripetitivo. Problemi comunque modesti, che non rovinano più di tanto il buon risultato ottenuto dal gruppo. Col crescere dell'esperienza e le necessarie correzioni i Doomshine potranno dare grande soddisfazione agli amanti del settore, ai quali comunque consiglio già da ora di dare un ascolto all'interessante "Thy kingdoom come".

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