Dopo il “caso” recente riguardante i Bad Memories, accolgo con reiterato entusiasmo un nuovo episodio di fascinazione per il Belpaese subito dalla nota Perris Records, questa volta indirizzato alle sonorità
street-metal.
E anche stavolta bisogna dire che la
label americana, patrocinando i
Beverly Killz, ci ha visto giusto, individuando nei lombardi dei degni epigoni di Guns N' Roses, Mötley Crüe, Skid Row, Warrant, Trixter ed Extreme, capaci, altresì, d’integrare le matrici
yankee del genere con le dinamiche più “moderne” ed europee di Crazy Lixx, Private Line e Hardcore Superstar, per un risultato finale di notevole efficacia e credibilità.
Come sempre, a fare la differenza sono la “passione” e “l’attitudine”, aspetti fondamentali, assieme alle dotazioni tecniche, per nobilitare in maniera adeguata il
proprio pentagramma e costruire una serie di canzoni evidentemente consacrate ad un suono ampiamente consolidato nei suoi elementi distintivi, senza per questo scadere nelle banalità o nell’eccesso derivativo.
“Gasoline & broken hearts” appare, dunque, un lavoro piuttosto radicato nel suo settore di appartenenza, suonato e realizzato con classe e professionalità (
mixed and masterd by Dennis Ward …), in grado di assicurare coinvolgimento, impatto emotivo e “intrattenimento” ad ogni ascolto, per la copiosa soddisfazione sia degli smaliziati nostalgici degli
eighties e sia dei più inesperti estimatori della viziosa e contagiosa forza espressiva del cosiddetto
hair-metal.
In un programma in sostanza esente da autentiche
controindicazioni, scelgo di segnalare alla vostra prioritaria attenzione la disinvoltura adescante di “Never back down” e "Dark lady” (tra Extreme e Ugly Kid Joe …), la vibrante sensibilità melodica di “Away from danger” e “Livin’ and dyin’”, le scintillanti cromature di “Baby you're on target” (Dokken
meets Slaughter) e “For love”, sottolineando, inoltre, quanto le foschie di “In sorrow” (vagamente alla Union …) rappresentino piacevolmente il ruolo di diversivo stilistico dell’albo.
L’ultima doverosa notazione sulla
track-list va al suo singolare epilogo, una
cover della
one-hit wonder Haddaway: “What is love”, tormentone
dance che i meno imberbi avranno sicuramente dovuto subire “qualche” anno fa, poteva essere una scelta ad elevato rischio di “pacchianeria” che invece viene plasmata dalle sapienti “mani” dei Beverly Killz acquisendo le sembianze di un ibrido non privo di un certo fascino “bastardo”.
I mezzi per uscire dalla “massa” ci sono tutti, il divertimento è assicurato e i presupposti “discografici” sono confortanti … alla “festa” mancate solo voi.
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