Trasuda dolore e tristezza da ogni solco questo "In Nomine" dei nostrani Eligor. Sarà forse l'atmosfera creata dalle sommesse tastiere, ultima opera partorita dalla lucida mente di Alessandro Nesci, prima dell'uscita di scena finale. Si, perchè Alessandro, tormentato già da tempo da un male incurabile, pochi giorni prima dell'inizio delle registrazioni dell'album decide di togliersi la vita. Ma prima invia per e-mail i midi delle sue registrazioni alle tastiere, per permettere ugualmente agli amici di portare a termine l'opera. Gli Eligor non si lasciano abbattere da questo terribile avvenimento, ma anzi se ne nutrono facendo crescere dentro di essi una rabbia che diventa palpabile per tutta la mezz'ora di "In Nomine". Già "Immobilis November" colpisce implacabile con la sua durezza, che non è un attacco di violenza fine a sè stessa: il pezzo si evolve in continuazione, accelerando e riprendendosi, mentre i quattro musicisti mostrano un'ottima padronanza degli strumenti senza ostentare sterile tecnica come molti altri sono soliti fare. Il cantato in latino rappresenta una scelta coraggiosa, che verrà ripresa anche in "Arbor Autumni" e "Auster", e che secondo il mio modesto parere fa risaltare ancora maggiormente la carica vocale di Jacopo orientato verso le orme di Nocturno Culto. Con la successiva "The Path Of Frozen Lakes" ci si sposta dai primi Dimmu Borgir ai Dissection, mentre la chitarra di Jacopo si destreggia tra lancinanti assoli e riff più corposi. E' questo un territorio che ci accompagnerà con alti e bassi fino alla conclusione dell'album. Grosse sorprese non ce ne sono, ma l'album nella sua completezza ha un chè di spaventoso: pur essendo notevolmente impreciso nella registrazione e nella produzione, pur non contenendo composizioni particolarmente originali o belle, è un lavoro che attrae e a tratti spaventa (sentire le urla nella terza traccia mi fa venire ogni volta dei brividi spaventosi), che contiene una carica emotiva ed emozionale che raramente ho trovato in altri cd. So che questa spontaneità dovuta ai tristi avvenimenti del 2003 difficilmente sarà ripetibile in condizioni normali, ma questo non impedisce ad "In Nomine" di essere un album dal significato particolarmente profondo.
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