Una delle figure più importanti dell'antica mitologia egizia è quella di Anubis, l'inconfondibile divinità dalla testa di sciacallo: il suo compito era quello di guidare le anime dei morti nell'aldilà, nel reame di Osiride. Ed è proprio il tema comune a tutti i testi di “Purification” che ha portato questi quattro musicisti danesi a scegliere Anubis Gate come nome del gruppo: la quotidiana lotta dell'essere umano con le sue paure, con i “demoni” che tormentano la nostra anima. Il gruppo nasce nel 2001 dall'iniziativa del chitarrista Jesper M. Jensen e del drummer Morten Sørensen, che trovano nel singer Torben Askholm la voce ideale per la proposta musicale del gruppo: un Metal roccioso ed epico, fortemente legato alle sonorità che hanno fatto la fortuna della scena Heavy Metal degli anni ottanta, piuttosto distante dalle miriadi di Strato-cloni che hanno invaso il mercato negli ultimi anni. Le dieci canzoni di “Purification” non puntano infatti sulla velocità e sulla rapidità di esecuzione, non cercano a tutti i costi l'orecchiabilità nelle melodie, puntano maggiormente su un feeling tetro e vagamente mistico, simile alle atmosfere evocate nei lavori dei Tad Morose. Purtroppo la qualità delle composizioni di questo disco è sensibilmente inferiore rispetto ai lavori dei Tad Morose: le canzoni sono poco efficaci, risultando a lungo andare quasi noiose, a causa anche di una notevole staticità compositiva. Inoltre la produzione pulitissima ma poco potente attenua notevolmente l'impatto degli Anubis Gate... Insomma, un disco poco riuscito e dall'appeal veramente modesto.
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