Split solo su vinile, cinquecento copie, per due grind band d’impostazione assai diversa. I canadesi
Mesrine sono seri e canonici esecutori del genere, nella scia dei primi Napalm Death (quando comprai “Scum” molti dissero che porcherie tali non avevano alcun futuro. Tre decadi dopo c’è ancora gente che suona esattamente così….bah! nda). I nordamericani (inteso come continente America) picchiano duri e frenetici, scegliendo la via della purezza stilistica senza compromessi o contaminazioni. Sono bravi, pur con le limitazioni congenite del filone, e piaceranno ai grindsters legati alla tradizione.
Discorso quasi opposto per i veneti
Sposa in Alto Mare, già noti nel circuito nazionale. Si tratta di una formazione che gioca tutto sulla parodia, attitudine poco seguita all’estero ma sempre piuttosto gradita in Italia, indipendentemente dal genere prescelto. I titoli dei brevissimi brani parlano chiaro: tanto
cazzeggio e sarcasmo a piene mani, uniti comunque ad una sufficiente levatura tecnica. Tale scelta permette al gruppo di uscire un poco dagli angusti limiti del grind ortodosso, infilando in mezzo un metal classico che sfotte pesantemente i truci defenders (“Inno dell’heavy metal & dell’hard rock”), citazioni di Carosello, un paio di cover più serie e perfino un pezzo ispirato dal mitico e grottesco mago Gabriel (“Invocazione di Sheovan”).
Inevitabilmente, tale atteggiamento ha bisogno di fans del grind con apertura mentale e senso dell’umorismo.
Da segnalare la copertina, variazione su un modello che non si può non conoscere.
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