Avevano esordito nel 2008 con “Macho metal”, ora i
Carcharodon ci riprovano con questo “Roachstomper” pubblicato dalla Altsphere Prod. etichetta francese con base a Metz.
Un disco grezzo ed “ignorante”, con brani sbozzati a martellate e composti miscelando spunti pescati un po’ ovunque. In senso generale si può parlare di death’n’roll, un colloso intreccio di growl, accelerazioni death metal, chitarre stoner/sludge, inflessioni bluesy, testi cafoni, più altra roba piazzata quasi a casaccio, vedi un cameo di armonica o una ritmica dixie.
Chiaro che il gruppo punta unicamente sull’impatto epidermico, senza preoccuparsi granchè delle rifiniture e cercando soprattutto di divertirsi e divertire. Tutto sommato centrano il loro obiettivo, perlomeno nella maggioranza degli episodi. Tra fumi alcoolici (e non solo…) ed urla belluine, botte heavy come “Stoneface legacy”, “Jumbo squid”, “Chupacobra”, la violenta “Alaska pipeline” ed il finale rockettaro di “The sky has no limits”, esprimono buon groove d’assalto ed una certa varietà di situazioni. Certo sembra di sentire un collage arbitrario di vari stili ed alcuni pezzi appaiono più deboli, ma l’atmosfera e l’atteggiamento da “machos” palluti regge fino in fondo tanto da portare a casa la piena sufficienza.
Se vi piacciono gli Entombed di “Black Juju”, i Gorefeast, i nostri Allhelluja, e simili, potete dare un ascolto anche ai Carcharodon.
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