Quante sfumature ha il buio?
Nessuna. Almeno questa dovrebbe essere la risposta logica. Il buio, qui inteso come nero, non ha sfumature, assorbe tutta la luce, non restituendo alcuna radiazione elettromagnetica di natura cromatica all’osservatore. Questo in natura.
Ma nell’animo umano il buio può ben assumere declinazioni e sfumature. Un buio cangiante, persuasivo, effusivo, che si nutre di momenti, sensazioni, di introspezione e dejà-vù.
L’immaginario di
Adam Fritz, l’entità dietro il progetto
En Nihil, è fatta di teschi, di ombre, di chiaroscuri dove oltre al nero la cosa più chiara è il grigio antracite opacizzato.
Queste sfumature sono i colori che
En Nihil usa per dipingere i suoi incubi sonori. Incubi sonori che vanno dal dark ambient al death industrial, nei quali melodie dilatate e inquietanti procedono per inerzia su tappeti dark ambient, e sovente vengono violentate da rumorismi disturbati e disturbanti, da frequenze malevole.
“
Vulture Reign” è un olocausto sonoro che costringe il caos dentro una struttura pulsante, ossessiva, ripetitiva, come un mantra apocalittico di harsh noise e industrial nero come la pece.
Il dilemma è sempre lo stesso. È musica o rumore? È arte o sterile e vacua improvvisazione spacciata per arte?
La risposta non è univoca, ci sono tante risposte quanti sono gli stati d’animo che l’uomo può sentire. Una cosa é sicura, i sensi sono fatti per percepire la realtà esterna ed, eventualmente, filtrarla. Quando rivolgiamo il nostro apparato sensoriale dentro di noi, nell’abisso che ogni uomo cela dentro sé, non esistono più filtri, e l’esperienza del sé è l’esperienza più sconvolgente che un uomo possa fare. Dischi come “
The Approaching Dark” ne sono il frutto.
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