Corre l'anno 1989 quando
Will Rahmer (basso e voce) e
Matt Sicher (batteria) formano una nuova band chiamata Casket ed iniziano a comporre i primi brani originali: il primo di questi si intitola
"Mortician" ed ispira talmente tanto i due musicisti da optare per un cambio di nome immediato. Nascono quindi ufficialmente
Mortician, la cui lineup si arricchisce di un giovane
Jon McEntee degli Incantation alla chitarra mentre il gruppo inizia a pubblicare alcuni demo a scopo promozionale per far girare il proprio nome all'interno della scena. I demo riscuotono un discreto successo e portano la band ad esibirsi in tutto il Nord America, con conseguente aumento della propria fanbase. Le cose quindi sembrano andare bene per il gruppo, che nel 1991 inizia seriamente a pensare alla pubblicazione del loro album di debutto, ma purtroppo la situazione in seno alla band inizia a farsi complicata: McEntee lascia i Mortician per occuparsi totalmente agli Incantation e viene rimpiazzato da
Roger J. Beaujard, ma nello stesso periodo Rahmer deve anche fare i conti con il batterista Matt Sicher, che mostra scarso impegno ed interesse per la band. Ad aggravare ulteriormente la sua situazione si aggiunge anche l'uso massiccio di droghe che complica i rapporti con gli altri membri del gruppo, i quali non possono fare altro che dare il benservito a Sicher.
Purtroppo peró la ricerca di un nuovo batterista per i Mortician si rivela difficoltosa, e nel 1992 Rahmer e Beaujard iniziano a sperimentare con delle drum machine per sopperire alla mancanza di un batterista in carne ed ossa: l'esperimento pare funzionare e verso fine anno il gruppo mette insieme una quindicina di pezzi con questa nuova line-up e vengono spediti alla
Relapse Records con la speranza di poter ottenere un contratto per un full-length con la prestigiosa etichetta: la risposta della label é positiva, ed infatti tre brani vengono scelti per essere inclusi nella compilation "Corporate Death" nel 1993. I buoni responsi ottenuti spingono quindi i Mortician a proseguire nella ricerca di un batterista che possa completare la formazione, ma purtroppo tutti i candidati (con cui la band si esibí in qualche sporadica occasione) risultarono inadatti o non sufficientemente motivati. A rallentare l'attivitá della band intervengono poi anche questioni riguardanti la vita privata di Rahmer e Beaujard, che tra il 1993 e 1994 dovettero affrontare diverse situazioni come problemi finanziari, di lavoro ed anche carcere che causarono la messa in pausa del progetto Mortician.
Una volta tornati in carreggiata, i due musicisti decidono di affidarsi esclusivamente ad una drum machine per le registrazioni in studio e con l'aiuto della Relapse pubblicano l'EP "House By The Cemetery" nel 1996 che fa da apripista al debutto discografico che avviene nel '97 con
"Hacked Up For Barbecue": si tratta senza dubbio del lavoro piú noto della band americana e che in buona misura raccoglie al suo interno tutte le caratteristiche della visione lirico-visiva-musicale dei Mortician, fatta di un'estetica mutuata in maniera quasi ossessiva dai film horror/slasher e di un death metal venato di grindcore, violento ed oscuro. Musicalmente le influenze del gruppo sono piuttosto chiare, e spaziano dai
Napalm Death, passando per gli
Autopsy fino a toccare territori tanto cari agli
Impetigo, con cui condividono moltissimo anche a livello lirico. "Hacked Up For Barbecue" é un viaggio in tutto ció che é disgustoso e malato, tra mutilazioni, cannibalismo, decapitazione e macelleria brutale raccontato in 24 episodi di death/grind efferato e senza compromessi, spesso dalla durata piuttosto esigua, dove il vocione cavernoso e gutturale di Rahmer si mischia a riff di chitarra piuttosto semplici e minimali ma eseguiti ferocemente, mentre il basso distorto e sporco di Roger Beaujard rende il tutto ancor piú oscuro ed opprimente. L'uso della drum machine poi riesce a rendere il tutto ancor piú alienante ed estremo con suoni freddi e marziali che soprattutto nei tanti passaggi di blast beat accentuano la resa sonora brutale dei Mortician, mentre la produzione sporca e quasi low-fi ammanta il disco di un'aura minacciosa ed inquietante. Tuttavia, per quanto il gruppo viaggi con il piede a tavoletta per buona parte del disco, non mancano dei momenti piú doomosi, in cui la band rallenta leggermenti il ritmo per proporre riff e parti piú groovose e da headbanging: esempio ne sono brani come "Bloodcraving", "Cannibal Feast", "Three On a Meethook", "Witches' Coven" o "Fog Of Death", tanto per citare qualche titolo, che alternano a mitragliate di drum machine anche sezioni piú cupe che danno un attimo di respiro, anche se é solo questione di secondi prima che la mattanza riprenda piú feroce di prima.
Le tematiche affrontate come detto non fanno altro che rispecchiare l'amore quasi ossessivo dei Mortician per tutto il filone horror/slasher degli anni '80, al punto che diversi brani contengono spezzoni tratti dai film a cui sono chiaramente ed inequivocabilmente ispirate, riprendendo una pratica resa celebre dagli Impetigo: a partire dalla titletrack che omaggia "The Texas Chainsaw Massacre" di Hooper, passando per "Cannibal Feast" che tributa "Cannibal Ferox", "Fog Of Death" che cita "The Fog" di Carpenter fino a giungere a "Witches' Coven" che rende omaggio a "Suspiria" di Argento, "Hacked Up For Barbecue" é in fin dei conti un sentito tributo al cinema di genere a cui i Mortician non hanno mai nascosto di ispirarsi.
Con questo disco i Mortician sono riusciti a ritagliarsi un ruolo certamente di nicchia ma anche di culto tra gli appassionati, ed a modo loro hanno contribuito a fare la storia del brutal/grind e ad ispirare diverse band, soprattutto grazie all'uso della drum machine che ha permesso di rendere la loro proposta ancor piú estrema ed affascinante.
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