La Iron Glory sembra essersi alleata con la Massacre nel dare una seconda possibilità a dischi mai usciti, oppure che se lo hanno fatto non hanno potuto godere di una distribuzione adeguata: vedi ad esempio i Wind Wraith ed i Prototype. Stessa sorte toccata ai Ligeia che ora danno una rispolverata a quel "Beyond the Sky" che sarebbe dovuto uscire già un paio d'anni fa, ne reincidono i brani, gli cambiano il titolo in "Gloria" e sono pronti per essere spacciati come i nuovi Warlock e Stormwitch. Ed in effetti, i Ligeia arrivano proprio dalla Germania, e come i Warlock dietro il microfono troviamo una bionda abbigliata in chains and leather, mentre dai secondi riprendono spunti a profusione, sul piano musicale come per quello lirico.
Malauguratamente non riescono a reggere il confronto con nessuna di queste bands. Dani Unglert, grintosa ma poco versatile, non è di certo all'altezza di Dopo Pesch e le canzoni raramente riescono ad emergere dalla mediocrità. I refrains non sono mai accattivanti e coinvolgenti, sul piano ritmico poche variazioni sul tema, ed in questo modo le canzoni non riescono a differenziarsi e tanto meno ad attirare l'attenzione dell'ascoltatore, limitandosi a scorrere nella noia più totale, che ha il suo culmine nella conclusiva "Silence". Non che "Beyond the Sky" e "Wings of Fire" gli siano poi da meno! Si salva dall'oblio la sola "Walpurgisnight", che richiama sfacciatamente le atmosfere degli Stormwitch di "Stronger than Heaven" e di "Walpurgis Night", e addirittura dalla titletrack di quest'album riprendono alcuni versi.
Ma qui eravamo su ben altri livelli.
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