Cult-band italiana che propugna uno stile doom metal molto particolare, gli
Abysmal Grief sono stati formati a Genova nel 1995 dal chitarrista Regen Greaves, distaccatosi dai Malombra. Due le costanti che hanno caratterizzato la formazione fino ad oggi: l’incessante variabilità della line-up e l’immagine funerea ed inquietante dei musicisti. Poche le informazioni su di loro, a parte la predilezione per i cimiteri e la smodata passione per occultismo ed affini.
La proposta musicale si ricollega invece al filone italiano del dark/doom gotico, drammatico e teatrale, nel quale possono rientrare, perlomeno sotto certi aspetti, nomi come Jacula, Antonius Rex, Death SS e gli stessi Malombra. In questo album è preponderante l’uso dell’organo liturgico e l’interpretazione vocale, più legata alla recitazione che al canto vero e proprio. La componente heavy viene garantita soprattutto dalla chitarra di Greaves, talvolta lanciata in ampi solismi (“Lords of the funerals”) ma più spesso impegnata a produrre riff cupi e sinistri.
L’insieme richiama l’atmosfera orrorifica della filmografia vampirica di Lon Chaney, Bela Lugosi o Klaus Kinski, una visuale austera e grandguignolesca, tragica e maestosa, ben lontana dalle odierne banalità sesso-amorose dei teenagers dai canini appuntiti. Altro top del disco è la tetra “The gaze of the owl”, dal lento incedere doom che spalanca la visuale su abissi di nera disperazione, ma si tratta comunque di un lavoro che non va interpretato come raccolta di singoli brani, bensì come mosaico esoterico fatto di antichi candelabri, pesanti tendaggi polverosi, feticci macabri ed oggetti misteriosi.
Certamente un disco non per tutti, che viene pubblicato in cd dalla label nostrana Terror from Hell Rec. ed in versione vinilica dalla danese Horror Rec., ma che piacerà molto ai fans dell’underground doom ligure.
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