I
Batillus sono di New York, precisamente di Brooklyn, e della loro città esprimono gli aspetti più angoscianti e desolati. Dopo l’esordio “Furnace” (2011), esce questo nuovo capitolo discografico che conferma le peculiarità stilistiche del gruppo. Uno sludge metal scarno ed ossessivo, dal taglio quasi industrial, che si dipana su cadenze mid-tempo e riff affilati come rasoi.
Le canzoni vengono ridotte all’essenziale, ad una pesantezza meccanica dalla quale emergono le vocals allucinate e cenni chitarristici gravidi di effetti asettici. Tutto contribuisce a generare un’atmosfera gelida che regala immagini metropolitane di plastica e metallo, ciminiere e degrado, presse ed abbandono, con una sensazione di straniamento estremo. Il culmine nelle due tracce più lunghe, “Beset” e “Thorns”, dove i suoni raggiungono la massima aridità ed allo stesso tempo il gelo penetra nelle ossa.
La band statunitense ci offre un disco duro e compatto come roccia, frutto di una formula ostile che può affascinare oppure annoiare, ma difficilmente lascierà spazio a posizioni intermedie. Questo è già un risultato, per i Batillus.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?