Questo è uno dei casi in cui nome del gruppo, titolo del disco e specialmente la copertina, dicono molto, se non tutto, sui contenuti del lavoro. La moto, il biker lupo-solitario, la tettona in sella, il sigaro e l’immancabile bottiglia di liquore, più altri particolari di contorno. Uno degli stereotipi storici più sfruttato da quando, ad Altamont, gli Hell’s Angels accoltellarono un poveraccio interpretando la parodia di un servizio d’ordine. Naturalmente i fanatici delle Harley e dueruote assortite non sono tutti così, ma l’immagine della corsa sulle highways infinite, del senso di libertà, del rifiuto di leggi, regole e conformismi, nonchè il codice d’onore della strada, la giustizia fai-da-te, i muscoli e gli atteggiamenti da “macho”, è da tempo diventata un’icona buona per tutte le stagioni.
Questa volta ad adottarla sono i marchigiani
Last Rebels, maturo trio che propone il classico rock’n’roll metallizzato, tosto ed alcoolico. Nel loro album è tutto in regola: i ritmi cadenzati e pestoni, i ritornelli anthemici, gli assoli brucianti, la voce burbera, ed il necessario misto di svaccatezza, trasgressione, divertimento e casino. Certo, le trame sono scolastiche e la pronuncia inglese quantomeno zoppicante, ma le pretese sono d’altronde altrettanto modeste: suonare in qualche raduno di bikers, farsi una bevuta e rimorchiare un paio di “bambine” disponibili ed assatanate.
L’attitudine è credibile, il suono è sporco il giusto, la mezz’ora di rock stradaiolo regge, diciamo quindi che i Last Rebel raggiungono il minimo sindacale. Penso che per loro vada bene così.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?