Buon esordio per gli
Hammered, band goriziana dedita a uno speed/thrash metal fortemente ispirato dalle grandi band del passato. In effetti, i primi richiami che saltano alla mente sono proprio quei
Megadeth di inizio carriera, sporchi, approssimativi ma tanto efficaci. Certo, le vette di Mustaine e soci sono lontanissime, ma queste sfumature danno effettivamente lustro alla proposta della band italiana.
Gusto nel comporre riff veloci e compatti, ottimi stacchi, bei cambi di tempo: con un po’ di malizia in più nel songwriting e una produzione di alto livello saremmo probabilmente di fronte a una band in grado di prendere voti molto più alti della sufficienza. Così invece si rimane in un limbo dove le tante idee buone si perdono in attesa del guizzo del campione, che purtroppo non arriva mai. Altra pecca da segnalare è rappresentata dalla voce: secondo me una vocalità diversa, meno pulita e squillante, darebbe un’impronta decisamente più heavy ai brani, consentendogli di guadagnare parecchio in quanto ad efficacia. Non me ne voglia il singer, perché non sto parlando di qualità vocale, comunque buona, ma puramente di timbrica.
Insomma, le basi ci sono tutte, ma il lavoro da fare è ancora parecchio. Nel frattempo, però, gli amanti del thrash anni ’80 possono sicuramente farsi un giro dalle parti degli Hammered, perché qualcosa da offrire già lo hanno. Per avere un’idea della band, partirei con l’ascolto di
See You In Hell, a mio parere la migliore del disco.
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