Copertina 6

Info

Anno di uscita:2013
Durata:41 min.
Etichetta:Noise Art Records

Tracklist

  1. ONLY GOAT CAN JUDGE ME
  2. GOATRIDERS IN THE SKY
  3. STALLZEIT
  4. 3 ROOM SHED
  5. GOATPAINTER
  6. THE DAY I LOST MY BELL
  7. SALT LICK CITY
  8. MILK 'EM ALL
  9. HORNBREAKER
  10. WHOOLA HOOVE GROOVE
  11. STRAWLESS
  12. LOOK @ THESE
  13. WHEN A GOAT LOVES A WOMAN
  14. UDDER INFECTION
  15. IN 10 YEARS WE ARE OLD SCHOOL

Line up

  • Goatfreed Udder : Guitars, Bass
  • Goatleeb Udder : Vocals, Drums

Voto medio utenti

Quarto album per i tedeschi Milking The Goatmachine che imperterriti continuano a sollazzarci con il loro ormai mitico (??) goat-metal. La formula del duo proveniente da Goatenborg (??) si mantiene pressoché intatta rispetto a quanto fatto in passato, infatti dopo aver esplorato il loro lato più death con “Back From The Goats…A GoatEborg Faity Tales” (album di debutto) essere passati per sentieri più estremi tendenti al grind con il secondo “Seven…A Dinner For One” , e infine aver miscelato sapientemente e in ugual misura le principali influenze sul precedente “Clockwork Udder” , rilasciano oggi un album che segue abbastanza fedelmente le tracce di quest’ultimo, non fosse per qualche influenza più marcatamente hardcore ( “Room Shed” e “Salt Lick City” ) e qualche inaspettata apertura melodica ( “The Day I Lost My Bell” ) . Ritmicamente l’album si muove su tempi abbastanza moderati, senza mai cadere nella cacofonia, anzi il duo sta sempre attento a mantenere ben chiara la forma song. Dal punto di vista “concettuale” siamo sempre lì, con le capre protagoniste indiscusse di tutto il concept e con tutto l’immaginario della band a girarci intorno. Il tono dissacrante e poco serio della band è sempre in primo piano, cos’altro potrebbe dirsi se no di un titolo come “Only Goat Can Judge Me” ? Continua poi la rivisitazione di titoli famosi, così dopo che all’esordio “reinterpretarono” “Surf Nicaragua” dei Sacred Reich trasformandola in un’improbabile “Surf Goataragua”, oggi è il turno di “When A Goat Loves A Woman” , parodia neanche troppo celata della famosissima “When A Man Loves A Woman” dello strappalacrime Michael Bolton . In chiusura d’album possiamo trovare la milionesima cover di “Aces Of Spades” dei…(no non può essere che non sappiate di chi sia questa canzone, se così fosse siete pregati di non tornare mai più su queste pagine e fatevi un’ abbonamento a vita a tunz-tunz.it) e così dopo cani e porci anche le capre hanno pagato dazio al mito ! Inutile dire che come il 99,99% delle cover di questo pezzo, anche questa non è neanche lontanissimamente degna di essere avvicinata all’originale, ma che ci volete fare…In definitiva il ritorno delle capre non è niente di entusiasmante, stantio a livello musicale e concettuale, urge un rinnovamento altrimenti si tornerà dritti nell’ovile per non uscirne più ! Ciononostante il duo tedesco si becca un mezzo punto in più in quanto rarissimo esempio di simpatia made in cruccolandia…

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