“Plusvalenze” è un eccellente album di
pop-rock italiano.
Tengo a chiarire la questione fin dall’inizio di questa disamina per non dare adito a incomprensioni e perché spesso quella parolina, “pop”,
spaventa quelli che si ritengono dei
rockers “puri”, come se riuscire ad essere accessibili fosse un marchio “d’infamia”.
A chi invece è sufficientemente “illuminato” da capire quanto sia difficile proporre qualcosa di apparentemente “semplice” e immediato, senza scadere nella banalità, consiglio di non farsi scappare il terzo lavoro dei
Rossometile, brillante combo nostrano già incensato sulle
gloriose (ed “emancipate”, se non ve n’eravate ancora accorti …) colonne di Metal.it.
Il disco in questione è un esempio di come “l’intelligenza” sia un’arma formidabile nell’affrontare qualunque sfida, e di come, tramite le sue straordinarie peculiarità, il linguaggio del
rock nazionale possa diventare una materia
nobile anche quando comunica “messaggi” comprensibili e trasparenti.
Il suono dei salernitani, edificato su una miscela che non trascura solide radici di
prog autoctono e un pizzico di malinconia d’estrazione
dark, rifugge dai luoghi comuni con la forza del
songwriting e conquista immediatamente con un effetto “d’insieme” che non impedisce tuttavia alla voce estremamente comunicativa di Naru di emergere in qualità di primo catalizzatore di tale forma di schietto magnetismo.
In un siffatto contesto, anche i testi si allineano ad una formula espressiva che non ha bisogno di particolari “tortuosità” ed ermetismi per rivelare le sue prerogative artistiche, per un Cd pieno di belle canzoni, sufficientemente articolate e sagaci da coniugare orecchiabilità e ispirazione.
Qualcuno, probabilmente, storcerà il naso per l’eccessiva leziosità di “Sull’Europa” o magari pure per le atmosfere musicali (liricamente, però, il brano è piuttosto intrigante …) un po’ melliflue e demodé di “La conversione di Satana”, ma sono anche certo che la spigliatezza melodica di “Nell’83” e della
candida “Ho scelto la vita” o, ancor di più, le squisite scorie
progressive di “Un angelo”, della contagiosa “La musica parla per me” (un singolo perfetto …) e della cangiante “Notte”, mieteranno parecchie “vittime” tra gli estimatori della musica “popolare” di qualità superiore.
Un serafico tocco “barricadiero” alimenta la gradevole “La rivolta”, tra
reggae e bagliori vagamente
gothic, “Nei silenzi” fluttua nei sensi e viene recepito come se Depeche Mode, Katatonia e Breeders (!) fossero nati e cresciuti nel
Belpaese, mentre la leggiadra “La conquista di Fyn” consente di sottolineare l’ottima prestazione complessiva di Rosario “Ros” Reina, chitarrista dotato di gusto e sensibilità non convenzionali.
Non mi resta che rinnovare (avevo già espresso un auspicio analogo all’epoca di “Ultimaria” …) con fermezza l’augurio che “Plusvalenze” possa diventare il mezzo per ottenere la
massima esposizione possibile, in modo che i Rossometile possano subentrare a qualcuno dei tanti
imbelli che affollano la scena “maggiore” e che ci ammorbano dalle programmazioni dei media che “contano” … i tempi potrebbero essere maturi …
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