Copertina 7

Info

Anno di uscita:2004
Durata:49 min.
Etichetta:Lion
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. THE IMAGINARY FORCE
  2. MARCH OF THE SPIRITS
  3. SING FOR THE DAY
  4. GALAXY
  5. SUDDEN DEATH
  6. BIRD'S EYE VIEW
  7. IS IT ME OR THE WEATHER?
  8. ALL MY NAKED HOPES
  9. SEPARATED
  10. ST. PERVERT
  11. TSIFTETELI (OVERTURE 1821)
  12. OUZO!

Line up

  • Bob Katsionis: 7 string guitars, keyboards
  • Stavros Giannakopoulos: bass
  • Fotis Benardo: drums

Voto medio utenti

Devo confessare di aver sempre avuto un debole per le tastiere, tanto da provare, ormai alcuni anni fa, a cimentarmi con questo strumento, con risultati per la verità abbastanza deludenti, che mi hanno indotto a limitarmi all’ascolto di chi invece sa veramente come trattare la materia.
Così ai miei idoli del passato che rispondevano ai nomi di Jon Lord, Rick Wakeman, Ken Hensley, Keith Emerson, Vincent Crane, John Gustafson … si sono in seguito aggiunti quelli più recenti di Kevin Moore, Jens Johansson, Vitalij Krupij, Mark Mangold, Jordan Rudess, Michele Profeti e parecchi altri.
Bob Katsionis è un tastierista e chitarrista greco, che, con questo “Imaginary force”, arriva alla 2° fatica discografica da solista (il debutto, sempre su Lion è del 2002 ed è intitolato “Turn of my century”), dopo aver partecipato ai progetti Imaginery, Casus Belli, Battleroar, Starqueen e aver collaborato con i più noti Firewind, Septic Flesh e Nightfall.
Realizzare un disco senza un supporto vocale è sempre una scelta molto rischiosa … il pericolo di annoiare gli ascoltatori che non siano addetti ai lavori o fanatici della tecnica strumentale è sempre in agguato, ma devo dire che il nostro Bob riesce quasi sempre a scongiurare tale eventualità, grazie a doti esecutive di prim’ordine, cimentandosi con pressoché uguale perizia sia con le tastiere (che restano comunque la sua priorità), sia con la chitarra, e soprattutto dimostrando anche una buona vena creativa e una più che discreta personalità compositiva.
La traccia d’apertura, che dà anche il titolo a disco, mi aveva fatto temere di avere a che fare con un altro super virtuoso tutto tecnica e poco feeling, ma, evidentemente, Katsionis ha voluto, con questa peraltro spettacolare scorribanda di partiture prog metal neoclassiche, dare sfogo a tutta la sua abilità strumentale, per poi cominciare “a fare sul serio”.
Già dalla successiva “March of the spirits”, infatti, la tecnica si mette al servizio dell’immediatezza e della ricerca melodica e il risultato è un eccellente brano incentrato su un’attraente trama pianistica sulla quale s’inseriscono un guitar sound piuttosto duro e un ottimo break di hammond.
Stesso approccio anche nella successiva “Sing for the day”, dalla resa ancora superiore, con la sua splendida linea melodica, intermezzo di pianoforte e guitar solo di spessore e in “Is it me or the weather?”, nella quale Bob suona anche la batteria (e poi …?), ispirata, per sua stessa ammissione, dal grande Joe Satriani, che riesce evidentemente a non perdere un colpo neanche quando influenza gli altri artisti.
Molto interessanti appaiono anche “All my naked hopes”, dalla melodia celtico / orientaleggiante, in cui Katsionis piazza un keyboard solo da applauso e la magnifica “Separated”, dove il piano è ancora una volta protagonista, in contrasto con chitarre abbastanza granitiche e caratterizzata da una bella linea / assolo di synth.
Da rilevare ancora l’impatto sonoro del prog metal aggressivo e intricato di “Sudden death” e la viziosa terna finale denominata “Trilogy of lust”, costituita da: “St. pervert” versione di come dovrebbe essere la colonna sonora di un film hardcore, nell’immaginario del nostro Bob (con tanto di gridolini vari), musicalmente contraddistinta da metal progressivo piuttosto pesante; “Tsifteteli”, che presenta richiami alla musica tradizionale greca, con un interessante lavoro percussivo; per terminare con “Ouzo!” dedicata ad una famosa bevanda alcolica locale, che conclude l’album nello stesso modo in cui si era aperto … con un potente episodio neoclassico dall’elevato coefficiente tecnico.
Complimenti anche alla sezione ritmica, che con competenza e discreta inventiva si dimostra più che una semplice comprimaria all’euforia musicale del polistrumentista ellenico.
“Imaginary force” è quindi un buon disco nel quale solo raramente si sente la mancanza di una voce, che ritengo in ogni caso potrebbe migliorare l’efficacia dell’esito finale.
Se Bob Katsionis saprà tenere a freno l’urgenza d'esibizione delle proprie doti, (che ribadisco, sono tutt’altro che comuni), che talvolta traspare un po’ troppo nella sua proposta, sarò costretto, magari già dal prossimo album, ad aggiornare, aggiungendo anche il suo nome, la mia personalissima playlist dei migliori keyboard players del momento.

P.S. l’album è corredato di una simpatica, anche se un po’ artigianale sezione multimediale, nella quale si può gustare anche un’esibizione in cui Katsionis dà sfoggio delle sue qualità tecniche suonando contemporaneamente chitarra e tastiera … non male eh?
Recensione a cura di Marco Aimasso

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