Il passaggio dalla
Cold Dimensions alla
De Tenebrarum Principio.
Questa l'unica cosa cambiata da "
Ancient Wraith" del 2011 al nuovissimo "
Cursed Storm of Ages", terza fatica discografica per gli statunitensi
Battle Dagorath, autori da sempre di un black metal glaciale, primordiale, gelido.
Le atmosfere trasmesse dai nostri due californiani (assurdo) sono quelle più remote ed isolate della Terra, fatte di ghiacchiai sperduti su altissime cime innevate, come quelli rappresentati in tutti i loro dischi, nel primo a colori e nei seguenti due addirittura in bianco e nero, tanto per rendere il tutto ancora più evil ed ancestrale, come l'odio ed il male che trasuda da ogni singolo brano mai inciso dai Battle Dagorath.
I pezzi sono pazzescamente lunghi, di solito i nostri si aggiravano sull'oretta di durata, con "
Cursed Storm of Ages" invece ci troviamo di fronte a più di un'ora e mezza di black metal: la sola intro, evocativa ed agghiacciante, dura più di cinque minuti, mentre il resto dei brani viaggia sui 13-16 minuti, con qualche punta verso il basso di "soli" sei o nove minuti.
Tutto questo, insieme alle narrazioni (mai noiose però ed ottimamente amalgamate con la musica) ed all'uso sporadico di pianoforte e tastiere, rende l'album assai scenografico e soprattutto cinematografico, con assoli evocativi e lancinanti su cui si ergono le urla disperate di Black Sorcerer, ottimo come sempre.
Non fatevi spaventare dalla durata, anzi è uno dei cavalli di battaglia di "Cursed Storm of Ages", terzo centro su tre per il black metal dei Battle Dagorath: solitudine, desolazione, sensazioni riproducibili visivamente come una tempesta di vento e neve alle Svalbard, freddo pungente, comfort di vita inesistente, probabilità di assideramento elevatissime.
Ancora una volta black metal intensissimo e devastante, un must per chi adora questo tipo di sonorità.
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