Figuriamoci, c'è
Mark Boals dietro il microfono di un progetto tutto italiano e io me lo lascio sfuggire? Sia mai! Da buon fanboy del fenomenale vocalist americano infatti non posso certo lasciar passare inosservato il debutto omonimo dei milanesi
Thunder Rising.
E ho fatto bene, Mark Boals a parte.
Si perchè "
Thunder Rising" è un gran bel dischetto, caratterizzato da un hard rock di chiara matrice americana ben condito con la classe e il gusto per la melodia che contraddistinguono il nostro belpaese. Il tutto divinamente cesellato dalla splendida voce di Boals, davvero perfetta per la proposta musicale dei nostri conterranei.
Ho poi apprezzato tantissimo anche la scelta di realizzare un disco breve di sole 8 canzoni, di cui una in doppia versione acustica ("Without You"), così da permettere l'assimilazione di ogni traccia senza incorrere nel rischio, sempre più frequente, di farcire il disco di inutili filler che finiscono solo col confondere l'ascoltatore e l'allungare un brodo altrimenti saporito.
Qui invece il sapore rimane in tutta la sua pienezza, fin dall'opener "
Something to Believe" che ci permette di capire verso quali coordinate musicali andranno a parare i
Thunder Rising, ovvero il già citato hard rock spruzzato da un AOR decisamente sostenuto, sulla falsariga dei Place Vendome di Michael Kiske. Boals in tutto questo ci sguazza, regalando fin da principio una prova maiuscola, ben supportata da un comparto strumentale davvero di tutto rispetto, con le due chitarre decisamente sugli scudi (dare un ascolto alla strumentale "
Hip Hop Blues Inspiration" per rendersene conto) e una batteria decisamente precisa e chirurgica in ogni suo intervento.
Top del disco è la già citata "
Without You": personalmente la preferisco di gran lunga nella sua versione classica, con le tastiere a farla da padrone, mentre ho trovato quella acustica un po' forzata e relegata al secondo piano da una ballad decisamente più incisiva e entusiasmante quale
"An Angel Cries".
Insomma esordio più che positivo per il combo italo-americano, che si butta in una fetta di mercato decisamente ricca di nomi di spicco, ma lo fa col piglio dell'esperto, frutto di anni e anni di esperienza in ambito musicale. Buon per noi che sono nostri e guai a chi ce li tocca!
Quoth the Raven, Nevermore..
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