Partiamo subito col cacciare da questa pagina chiunque non conosca i
Rhapsody (of Fire): non siete degni di partecipare a questa mensa. Anche chi non li apprezza può fuggire a gambe levate, sicuramente non imparerà ad amarli con questo live. Bene, ora che siamo rimasti solo noi seguaci di Algalord e del Warrior of Ice direi che possiamo continuare.
E proprio perchè siamo solo noi direi che è inutile stare a parlarvi della storia dei Rhapsody e delle vicissitudini che l'hanno segnata: passiamo direttamente a dirvi che questo "
Live - From Chaos to Eternity" è un'opera decisamente corposa, in puro stile Rhapsodyano, composta da 2 dischi per un totale di ben 24 canzoni, distribuite su quasi 2 ore di musica. Le varie tracce sono prese da concerti differenti facenti sempre parte dello stesso tour, ma la differenza tra le varie location è assolutamente impercettibile, anche se talvolta il mixaggio risulta leggermente sfasato, soprattutto evidenziando troppo alcune parti di tastiera e discapito della voce del buon Lione. Per il resto il lavoro di produzione è perfetto e il disco suona alla grandissima, pomposo ed epico come ogni album della band nostrana sa suonare.
A questo punto però devo passare alla nota dolente: la scelta delle tracce. Ora, siamo d'accordo che si tratta del live di "From Chaos to Eternity" e che il disco debba quindi rivestire grande importanza nella setlist, ma prendere solo una canzone da "Legendary Tales", la pur bella "
Land of Immortals", mi sembra quantomeno un affronto. E "Warrior of Ice"? "Rage of the Winter"? Suvvia. Se poi la storia si ripete con "Symphony of Enchanted Lands", che si vedere rappresentato dalla sola "
Emerald Sword" (e vorrei anche vedere..) le cose si fanno davvero preoccupanti. Nulla da eccepire sulle scelte relative agli album successivi, però limitare a 2 canzoni la pesca dai primi 2 capolavori della band mi è sembrata una scelta davvero poco sensata.
In attesa quindi di avere finalmente uno studio album della nuova formazione dei
Rhapsody of Fire capitanati da Staropoli, godiamoci questo live che, pur con una scaletta decisamente discutibile, risulta piacevole e godibile.
Quoth the Raven, Nevermore..
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