Discretamente famosi in Finlandia, i Cardiant giungono nel 2013 al terzo album, dopo anni di carriera costellati da parecchi problemi con le label, costati anni di ritardi e rallentamenti nello sviluppo del proprio lavoro.
Il melodic metal della band ha impresso chiaramente il marchio nordico, che viene fuori davvero spesso: nel riffing, nelle linee vocali, nelle scelte melodiche e ritmiche. Insomma, da lì arrivano e non fanno proprio nulla per nasconderlo. Una particolarità però c’è e riguarda l’uso della voce maschile abbinata a quella femminile, entrambe clean, che spesso viene proposto con risultati interessanti.
Volete sapere, però, la verità?
La verità è che a mio parere, già verso la metà del secondo ascolto iniziano ad essere noiosi. Perché in fondo tutto quello che si sente qui dentro altri lo hanno già fatto. Forse anche meglio.
Non nascondo che le capacità melodiche siano eccelse, che la produzione sia splendida e che a un primo impatto la band riesca a toccare con efficacia le giuste corde, ma poi tutto si perde in un mare di indifferenza, che arriva quasi inaspettato ma inesorabile.
Un album che mi sentirei di consigliare solo ai fanatici di band come i Serenity, ad esempio. In generale, un disco fatto per chi non si aspetta nulla di nuovo da un album ma solo di andare sul sicuro per il sentiero che ha già percorso mille volte. Per quanto mi riguarda, pur apprezzando il lavoro di questi ragazzi, non considero Verge un disco in grado di durare nel tempo, quindi non posso far altro che constatarne la “normalità”.
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