Bravi, bravi e ancora bravi.
Quando è necessario bisogna proprio dirlo. E questi ragazzi si meritano seriamente tanti complimenti, per aver fatto un disco di progressive metal che può stare a testa alta tra le migliori cose uscite in questo 2013.
Nove pezzi ben arrangiati, suonati alla grande, in cui i nostri si destreggiano con un prog sicuramente derivativo ma plasmato a propria immagine e somiglianza. Una cosa che, oggi, nemmeno la gran parte dei blasonati nomi che dominano il genere sanno più fare.
A rendere ancora più personale il tutto, la voce di Andrea Betulanti, che pur senza mostrare un’estensione da record offre una prestazione convincente, che caratterizza ogni brano in maniera indelebile, sia nelle parti più lente che in quelle maggiormente intricate.
Ascoltatevi
Inner Secret e
Coming Home, lasciatevi cullare da linee vocali melodicamente perfette, soluzioni stilistiche sorprendenti e stacchi da capogiro. Vedrete che basterà un solo ascolto per iniziare ad apprezzare questa band, che dunque ha anche il pregio di essere estremamente diretta, cosa non certo facile per chi propone questo genere di musica.
E vogliamo parlare della tripletta finale
White Cube/Queen Of Flowers/Final Act, in cui il gruppo ci mostra tre diversi volti tutti ugualmente efficaci?
Questo è un disco che solo nella parte centrale pecca un po’ di inesperienza, con soluzioni non all’altezza di tutto il resto. Manca solo un piccolo passettino per arrivare al top assoluto, ma per essere al debutto direi che di più proprio non si può chiedere.
Per l’ennesima volta il prog italiano
rulleggia di brutto. Accattatevillo.
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