Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2013
Durata:39 min.
Etichetta:Inverse Records

Tracklist

  1. INTRO
  2. PHANTOM PAIN
  3. THE CIRCLE OF SNAKES
  4. THE LAST MESSIAH
  5. GEMINI
  6. DARK UTOPIA
  7. THE VALLEY OF DEATH
  8. ICONOCLAST
  9. THE SCAPEGOAT
  10. POST SCRIPTUM
  11. DEMON AVENUE
  12. THE GHOST
  13. DEATHGRIP

Line up

  • Simo Partanen: bass
  • Petteri Lammassaari: drums
  • Jari Härkönen: guitars
  • Kristian Juuso: vocals, guitars

Voto medio utenti

Le nordiche terre europee continuano a sfornare gruppi in quantità con la stessa frequenza in cui qui da noi escono nuove tasse. Discorsi economici a parte, c'è da dire che il Paese dei mille laghi ha parecchi validi esponenti in campo metal ma in materia thrash, ad esempio, non ha nessun gruppo rilevante, che possano questi XIII invertire il trend? Vediamo.

Helltongue è il primo lavoro dei finlandesi, che però non sono proprio dei novellini. Attivi dagli anni 2000 e con una lunga gavetta fatta di concerti anche di supporto a gruppi blasonati come The Crown e Entombed, hanno infatti trovato solo ora la possibilità di pubblicare il debut album. Evidentemente nostalgici degli anni '90, la band di Helsinki si sbatte, urla e pesta proponendo un groove-thrash di scuola Pantera che a volte funziona e altre rischia di annoiare.

Nei 13 brani contenuti nel disco abbiamo un repertorio di riff e soluzioni che richiamano spesso alla mente Slayer, Devildriver e compagnia, con la predilezione per mid-tempo ed un incedere possente e ricco di groove. Chitarre ultra distorte, una voce urlata e una batteria marziale invitano a saltare e dimenarsi creando sicuramente un forte effetto moshpit ai loro live show.
Alcuni pezzi hanno parti che ricordano altri gruppi, Gemini ad esempio ha un riff identico alla canzone "Fanatic Assassin" dei Grave Digger, The valley of death invece è di chiara ispirazione Slayer e solo nel finale dell'album troviamo leggermente maggiore varietà. Post Scriptum infatti è un buon pezzo con un inizio acustico, un cantato pulito a cui vengono poi aggiunti filtri, ed un finale che è un crescendo di aggressività. Dopo Demon Avenue, traccia ripetitiva e non proprio riuscitissima si chiude con The Ghost e Deathgrip, una doppietta da sbattimento di testa assicurato.

Ritornando alla domanda di inizio recensione, non credo che questi XIII potranno avere un seguito tale da essere annoverati tra i principali esponenti di un certo modo di fare metal. Sono un discreto gruppo thrash che si può godere dal vivo, ma poco più.
Recensione a cura di Francesco Frank Gozzi

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