In attesa del full length Das Schwarze Einmaleins, in uscita ad agosto, il prolifico combo Tedesco decide d’intrattenerci con un singolo apripista. Ho sempre trovato, se non proprio imprescindibile, quantomeno godibile il medieval metal danzereccio e ritmato dei Saltatio Mortis, che grazie a cornamuse, percussioni tribali e atmosfere folk hanno sempre saputo intrattenermi (pur ritenendoli una spanna sotto agli affini In Extremo). Ad ogni modo, mi sono approcciato con piacere e curiosità a questa release dalla simpatica copertina in stile fumetto, in cui i nostri eroi sfidano un imponente kraken. Già, peccato solo per la leggera ripetitività della proposta: il brano Wachstum Űber Alles viene dato in pasto all’ascoltatore in ben cinque (!) versioni, a fronte di una tracklist di sei pezzi. Ah, quanto fanno dannare questi singoli…
E com’è questa nuova canzone, chiederete voi? Beh, direi nulla di trascendentale, ma tutto sommato accettabile (e meno male: avesse fatto schifo, che strazio sorbirsela per cinque volte filate!). Semplicissimo nella struttura e negli arrangiamenti, composto probabilmente in un quarto d’ora, il brano parte con una linea di basso molto groovy, sormontata poi da una ritmica massiccia quanto scontata. Si registra una componente metal senza dubbio preponderante rispetto a quella folk, giusto abbozzata in un timido inserto di cornamuse all’altezza del chorus e nella fase centrale, laddove i Saltatio Mortis si lanciano in una rielaborazione del teutonico inno.
Le successive versioni del pezzo ora descritto prevedono la collaborazione, in stretto ordine di tracklist, dei colleghi folk Omnia, che traducono le lyrics in inglese e forniscono un arrangiamento spogliato della componente metallica, addirittura vicino ad alcune cose di Nick Cave. Tocca poi ai connazionali Subway To Sally rendere la canzone più moderna, nervosa e tamarra (perdonate l’orrido termine), mentre il duo Das Niveau ci allieta con una interpretazione acustica e minimale. Segue ancora una gradevole, ma ampiamente skippabile (altro neologismo spaventoso, chiedo nuovamente venia) versione pianistica… e giungiamo infine all’unico elemento del dischetto che non si chiami Wachstum Űber Alles. Evviva! No, invece: Lebensweg non è niente di che, mi spiace. Piuttosto frustrante, lo ammetto.
Insomma, in casi come questo non posso che trincerarmi dietro la più ovvia e banale conclusione cui ogni recensore di singoli sostanzialmente inutili ricorre: aspettiamo i Saltatio Mortis alla prova dell’album vero e proprio, poiché qui dentro c’è troppa poca carne al fuoco per poter giudicare compiutamente. La prossima volta, però, qualche versione in meno e un po’ di qualità in più, ok?
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