Gyze - Fascinating Violence

Copertina 6

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2013
Durata:47 min.
Etichetta:Coroner Records

Tracklist

  1. DESIRE
  2. DESPERATELY
  3. FASCINATING VIOLENCE
  4. REGAIN
  5. TRASH MY ENEMY
  6. A DYNASTY
  7. FINAL REVENGE
  8. TRIGGER OF THE ANGER
  9. DAY OF THE FUNERAL
  10. MIDNIGHT DARKNESS
  11. THE BLACK ERA

Line up

  • Shogo; bass, vocals
  • Shuji: drums
  • Ryoji: vocals, guitars, keyboards

Voto medio utenti

Primo full lenght per la giovane band di Sapporo, attiva dal 2011 e nata dalle ceneri dei Suicide Heaven, che ha già inserito a curriculum una prestigiosa partecipazione all’edizione 2012 del Wacken Open Air Festival.
I riferimenti stilistici del gruppo sembrano facilmente rintracciabili: sono con ogni probabilità band come i Soilwork, gli In Flames e i nostrani Disarmonia Mundi la principale fonte d’ispirazione del trio giapponese. Trio che pare quasi errato definire tale, dal momento che proprio il bravo singer dell’italica band, Claudio Ravinale, presta le proprie corde vocali in veste di guest su ben nove (!) brani. L’altro membro del combo piemontese, Ettore Rigotti, si è invece occupato del mixing (peraltro, con ottimi risultati).
I Gyze, distribuiti dalla anch’essa italiana Coroner Records, tentano dunque di farsi strada nel sempre più affollato panorama metal in forza di un melodic death dal taglio moderno. Riusciranno i nostri eroi nella titanica impresa? Basandosi sul debut album, la risposta non può essere del tutto positiva. Da un lato, le frecce all’arco dei nipponici non mancano affatto: ragguardevole perizia strumentale, arrangiamenti curati e pregevoli guitar solos costituiscono senz’altro un buon biglietto da visita. Dall’altro, ahimè, non si possono tacere alcuni vistosi inciampi: la proposta è molto, ma molto melodica, tanto da sfociare in più di un’occasione nel “plasticoso” e nello stucchevole (si ascoltino, a tal riguardo, i ritornelli ultra-catchy di Desperately e Regain); oltre a ciò, duole rilevare come l’intero platter si dipani in modo eccessivamente omogeneo, rimanendo abbarbicato, lungo i suoi 47 minuti di durata, a stilemi compositivi troppo rigidi. Di fatto, gli undici pezzi che compongono Fascinating Violence, per quanto gradevoli e ben suonati, hanno tutti simile durata, simile struttura, simili atmosfere… Insomma: alle mie orecchie risulta chiaro come ai Gyze manchi il ancora il guizzo, la zampata in grado di farli emergere dalla massa.
Tornando al parallelismo coi Disarmonia Mundi, direi che i discepoli devono percorrere ancora molta strada prima di poter raggiungere i loro maestri, che restano una spanna sopra per qualità di songwriting, tiro e groove. Al tempo stesso, ritengo che la giovane band orientale abbia ampi margini di miglioramento, e che le basi per costruire una carriera solida ci siano. A mio modesto avviso, questi sono i correttivi più urgenti da approntare: in primis, sarà necessario diversificare maggiormente i brani. In secondo luogo, bisognerà lavorare sulle parti vocali in growling, piuttosto innocue; da ultimo, credo gioverebbe un incremento del tasso di aggressione sonora, anche perché quando i nostri spingono sull’acceleratore (come in Trash My Enemy e Trigger of the Anger), i risultati non sono affatto disprezzabili.
Concludendo: nella speranza che i Gyze subiscano davvero il fascino della violenza come il titolo del debut suggerirebbe, e accentuino di conseguenza la componente death della loro proposta musicale, diamo loro una meritata sufficienza.
Da tenere d’occhio.
Recensione a cura di Marco Cafo Caforio

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