Però. Per chi ama il buon rock classico penso che non ci siano dubbi che questa sia una delle uscite dell’anno: uno dei migliori chitarristi al mondo, una delle voci più belle del panorama rock (fuse nella stessa persona!), uno dei migliori bassisti al mondo e uno dei migliori batteristi al mondo, ovvero Richie Kotzen (Mr. Big, Poisone adesso solista), Billy Sheehan (Mr. Big) e Mike Portnoy (Dream Theater, Avenged Sevenfold, Adrenaline Mob, Flying Colors).

Il rischio principale per uscite con artisti di tale calibro è il fatto che possono essere lavori fini a se stessi, spinti più verso il tecnicismo o privi di passione. Fughiamo subito ogni dubbio: TWDè un album pieno di passione, che trasuda di rock ad ogni (virtuosa) nota. Giova sicuramente al risultato finale il fatto che Kotzen e Sheehan siano già stati compagni di avventura nei Mr. Big: l’album suona infatti come un incrocio tra le sonorità Mr. Big (meno) e i lavori solisti di Kotzen (ben più), con la chicca di potersi permettere di avere dietro le pelli mister Portnoy: sicuramente fa sorridere vederlo alle prese con una batteria ‘normale’ (vedi il video di “I’m no Angel”), ma picchia che è un piacere e dimostra ancora una volta la sua versatilità, dopo aver praticamente suonato in band di ogni genere musicale.

Dicevamo: TWD è un album che trasuda passione ed energia, che si avvicina alla produzione Mr. Big e, al contempo, fa sentire le influenze rhythm’n’blues di Kotzen. Si parte con il groove settantiano di “Elevate”, song accattivante che riassume in cinque minuti ciò che sarà il CD: un bel riff di chitarra, un bel assolo di chitarra, un bel solo di basso, una sezione ritmica esaltante, una voce stratosferica e un chorus catchy. “Desire” segue la strada già segnata, ed è un piacere sentire la voce di Kotzen salire di tonalità. Dopo “We are on”, una delle prime canzoni ad essere uscite in anteprima, il cui giro di chitarra ricorda molto le sonorità Mr. Big, è il turno di “I’m no angel”, che, assieme alle due song precedenti fa parte di clip già postati su YouTube, con cui si rallenta vistosamente il ritmo, con la voce di Kotzen leggermente più ruvida. “The other side” mostra i muscoli della sezione ritmica, sulla quale si innesta come sempre un Kotzen superlativo. Si continua con “You saved me”, dalle sonorità più easy listening, mentre trascinante è la linea di basso di “Not hopeless”. Senza poi citare traccia per traccia, si arriva a “Damaged”, che ricorda molto la svolta intimista di Kotzen di “Into the black”. A chiusura due splendide song, “The dying” e “Regret”, quest’ultima impreziosita dal pianoforte, oltre che dalla voce di Kotzen.

Ottima la produzione(Jay Ruston, già al lavoro con Anthrax, Stone Sour e Adrenaline Mob), un perfetto mix tra suoni cristallini e moderni con un sapore vagamente vintage e quindi grezzo.

Un disco assolutamente imperdibile per gli amanti del rock classico, difficile da toglierlo dal lettore. Ancora più imperdibile per chi ha apprezzato i lavori solisti di Kotzen, e sicuramente qualcosa di curioso da ascoltare per chi è a digiuno di rock classico, se magari è un fan dei Dream Theater, vista la presenza di Mike Portnoy. Difficilmente uscirà dalla mia playlist 2013, e sicuramente sarà uno degli album top del 2013.