Evidentemente qualcosa deve essere scattato nella mente degli svedesi
Warfect, che nel 2009 erano usciti per la nostrana
My Kingdom Music con il debut "
Depicting the Macabre", recensiti all'epoca dal nostro
Schettino, che così li descriveva:
Gino ha scritto precedentemente:
Soilwork per intenderci, la qual cosa li avvicina, in determinati episodi (“Atrocity” ad esempio), a certo metalcore misto allo swedish death che tanto di moda va adesso.
Tuttavia non si può dubitare che, tralasciando certe influenze e commistioni, la band sia fortemente legata al thrash metal, tanto nei pezzi veloci e ordinari, come “Harvest Of Trinity” e “Truth Untold”, quanto nei pezzi lenti, in special modo nella ballad “Never To Return”, dove le influenze di Pantera e Metallica sono evidenti...
A meno di clamorosi errori, di cui eventualmente ci scusiamo,
Fredrik Wester e soci devono aver ripensato alla loro carriera, declinando qualsiasi elemento sia melodico sia di groove, dato che nel loro secondo album intitolato "
Exoneration Denied" ed uscito a giugno 2013 per
Cyclone Empire non c'è traccia nè di metalcore, nè di
Soilwork, nè tantomeno di
Metallica o
Pantera.
L'unico genere riscontrabile al suo interno è un thrash metal violentissimo senza compromessi, nettamente di scuola Sodom e specialmente
Kreator dei vecchissimi tempi, quelli di "
Under the Guillotine", tant'è vero che nella bio tra i tanti gruppi storici citati (tra cui anche
Sepultura e
Slayer) l'unica band "moderna" che viene nomenclata sono i
Violator, a loro volta epigoni della band di
Mille Petrozza ed esponenti di un thrash metal straight in your face come pochi.
Evidentemente gli Warfect sono stati fulminati sulla via di Damasco per aver compiuto una svolta tanto integrale quanto inaspettata, ma senza dubbio la preferiamo a quella del debut cd: sebbene sia tutto assai derivativo e senza alcuna scintilla di genialità, "Exoneration Denied" è un genuino tuffo nel passato, con migliaia di riffs letali, una produzione ottima, un assalto sonoro senza un attimo di respiro, OTTIMI assoli, taglienti e letali come sempre dovrebbe essere nel thrash metal, con la sola limitazione di una voce poco versatile e caratteristica, dato che purtroppo andiamo a rifinire in quell'eterno mix tra scream e growl di migliaia di band scandinave tutte uguali ed indistinguibili: un approccio più personale e magari cantato e non strillato avrebbe giovato non poco alla qualità ed alla risconoscibilità dei brani degli Warfect che in ogni caso hanno saputo confezionare un album dignitoso che farà la felicità di chi preferisce un thrash furioso e senza soste rispetto ad uno più cadenzato e melodico.
Se vi piacciono i Kreator dei primi 3 dischi ed i Violator (che però sono assai migliori, più classici old-school e meno cattivi, bisogna dirlo) potete andare sul sicuro con "
Exoneration Denied".
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