Musica fine a sè stessa.
Ecco quello che salta fuori dalle tracce dell'ultimo lavoro del Guitar Hero statunitense
George Bellas.
Undici tracce strumentali,ma solo due o tre sono degne di nota. Le altre sono troppo farcite di
sweep-picking,
tastiere e
plettro alternato che diventano ridondanti e a volte sembrano messi lì a caso.
Non mi vorrei sbagliare ma mi pare di aver riscontrato pure una certa confusione e poca precisione nell'esecuzione di alcune parti nelle canzoni.
Una specie di manifesto musicale con su scritto: "Sentite quanto sono bravo a suonare!", ecco cos'è questo disco. Certamente il nostro George sa suonare ed è un buon polistrumentista (suo il lavoro anche al basso e alle tastiere) il problema è che la sua è una musica fredda,che non trasmette niente. Forse qualcosa le tastiere...ma non la sua Fender.
Inoltre, essendo un
disco solista di un
chitarrista, mi aspettavo un suono differente per la chitarra appunto. Invece no,il suono è insignificante e moscio...lontano ad esempio da quello di Tony Macalpine o il buon vecchio Malmsteen (per citare i primi guitar heroes che mi saltano in mente). Al contrario gli altri strumenti sono registrati in maniera decisamente buona ed hanno una resa sonora su cui non si può dir niente.
L'ispirazione è di una marcatissima matrice
Prog Metal con alcune sezioni che ricordano i
Dream Theater solamente che questi ultimi sono maestri anche nel dare un senso alle loro melodie.
Qui ne vedo poco invece.
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