Ennesima formazione emersa dal fertile scenario underground statunitense, i
Venomous Maximus sono di Houston, Texas, e possiamo inserirli in quel sottofilone oggi chiamato “occult rock”. In realtà la loro musica pare più vicina a quella di The Sword, Horisont, Sahg, Red Fang, ecc, con i quali condividono un’impronta NWOBHM ravvivata dall’impostazione heavy più contemporanea.
Le chitarre macinano riff su riff, mentre la sezione ritmica si attesta costantemente su mid-tempo rocciosi. E’ la voce l’aspetto forse più originale, visto che manca la solita rilettura del buon Ozzy di “N.I.B.” ed il chitarrista/cantante Gregg Higgins somiglia piuttosto ad un King Diamond senza falsetto o ad uno stravagante connubio tra Glenn Danzig e Pete Steele.
A parte un paio di riempitivi, il disco picchia sodo tra cavalcate metalliche ’80, lievi citazioni dei Trouble ed atmosfere neppure tanto oscure, pur se celano messaggi satanisti, come stabilito dalla tendenza più attuale (Year of the Goat, Magister Templi). Casomai i pezzi sono ancora un po’ troppo omogenei, perciò manca il titolo che possa fulminare l’ascoltatore.
E’ comunque album interessante, capace di far coesistere elementi metal, stoner e doom, senza sembrare un polpettone rimasticato.
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