E' evidente che agli
Huntress non spiaccia avere una frontwoman in grado di sprigionare fascino e suscitare curiosità, ma non è certo su questi - o per lo meno non solo - aspetti che imperniano il proprio percorso musicale. Infatti, il loro secondo album, "Starbound Beast", è un tributo alla R.W.O.H.M., anzi uno dei più riusciti tra quelli sentiti negli ultimi tempi.
Tanto per la prova della cantante Jill Janus, che sfodera una prova solida e convincente, senza disdegnare qua e là un approccio più aggressivo, quanto per la prova complessiva del gruppo californiano, in grado di non soccombere al peso delle aspettative create dal precedente "Spell Eater", e di piazzare anche qui qualche colpo vincente.
Tra questi le affilate "Blood Sisters" e "Zenith", oppure le più classiche "Oracle" e "Receiver", con la conferma che su questo disco non sono concessi spazi alle melodie facili ed accattivanti, solo tanta devozione al Metal degli eighties, che viene stemperato solo dal passo hardeggiante di "I Want to Fuck You to Death", il cui testo è stato scritto da Lemmy dei Motorhead, e dalla teatrale e spaziale "Alpha Tauri", che chiude l'album nel migliore dei modi.
E che sia di buon auspicio anche per il prossimo.
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