Quindici anni.
Tanti sono passati dal mio primo
incontro con gli
Excelsis, grazie a "Kurt of Koppingen", eppure li ritrovo in gran forma.
Né imborghesitisi e tantomeno trasformati in novelli "figli dei fiori", è addirittura evidente come la formazione svizzera abbia irrobustito il proprio sound.
Gli ingredienti sono sempre quelli: Power Metal e Folk, ma sono le dosi ad essere cambiate, con gli Excelsis che si approssimano ai connazionali Eluveitie, ed a quanto proposto da Turisas, In Extremo e dai (purtroppo ormai dispersi) Mithotyn.
Le ritmiche si sono fatte più pressanti, talvolta ("Brothers of War", "Heathen Princess" o "Wissi Bärge") gli Excelsis si spingono sino ai limiti con il Death ed il Pagan / Viking Metal, ma Münggu Beyeler e compagni lo fanno con quella disinvoltura che dovrebbe confermare l'onestà che sta dietro a questi cambiamenti.
Nei testi delle canzoni e degli intermezzi, gli Excelsis continuano ad alternare l'inglese allo svizzero tedesco (e probabilmente anche a qualche dialetto locale), con i temi toccati che sembrano essere sempre gli stessi: racconti e leggende della
vecchia Helvetia, senza dimenticarsi di includere gli immancabili Draghi, cui devono molte delle loro fortune, dato che si fecero notare proprio quando la loro "Dragonslayer" venne pubblicata come bonus track su "Unification" degli Iron Savior.
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